Canapa, coltivatori indagati per droga: piantagioni sequestrate ed estirpate. L’interrogazione M5s e il caso Sardegna

  • Postato il 26 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un coltivatore di canapa industriale arrestato in Puglia, scagionato dopo tre giorni in carcere. Mentre in Sardegna i sequestri agli agricoltori non si sono mai fermati. Eppure il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida aveva rassicurato gli imprenditori, sulla canapa minacciata dal decreto Sicurezza: “La coltivazione e la commercializzazione della pianta, nella sua interezza comprensiva delle infiorescenze, è lecita e resta consentita per le finalità previste dalla legge”. L’ex cognato d’Italia lo ha sottolineato il 9 luglio alla Camera dei deputati, annunciando una circolare per mettere al sicuro i coltivatori.

Ma del documento ancora non c’è traccia mentre gli agricoltori sono nel mirino, soprattutto in Sardegna. Tanto da suggerire un’interrogazione parlamentare per il ministro dell’Agricoltura. Il documento è stato depositato al Senato il 18 settembre, firmato della senatrice del Movimento 5 stelle Sabrina Licheri. “Si stanno registrando sul territorio numerosi sequestri operati dalle Forze di Polizia – si legge nell’interrogazione – spesso di intere piantagioni di canapa accompagnate dalla loro distruzione prima ancora di verificarne l’effetto drogante o meno delle piante, con il risultato di mettere in ginocchio un intero settore produttivo che conta centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro”. È accaduto anche in Liguria a settembre. I Carabinieri hanno sequestrato ad coltivatore 56 arbusti di canapa industriale e quasi cinque chili di infiorescenze. Ma la procura ha ordinato la restituzione 10 giorni dopo, perché “non hanno alcuna efficacia drogante”. Peccato che gli arbusti, tornati al proprietario, siano da cestinare.

In Sardegna il pugno duro è prassi contro i coltivatori di Canapa. Lo hanno assaggiato gli imprenditori Franco Ledda e Fabio Sulas, indagati per detenzione di stupefacenti. Rischiano dai 6 ai 20 anni di galera. Ledda, classe 1993, possiede l’azienda agricola Leafuture: il 28 agosto la Guardia di Finanza ha annotato il sequestro 275 chili di infiorescenze e “1757 arbusti privi di infiorescenze”. La procura di Sassari ha avallato, impedendo almeno l’eradicazione delle piante. Ledda contesta la quantità delle infiorescenze: solo 20 o 25 secondo la perizia dell’agronomo di parte, “il resto sono scarti di lavorazione”.

Ad Oristano stessa musica:tra il 3 e il 5 settembre settembre la Finanza ha tagliato e sequestrato 2490 arbusti di canapa all’imprenditore Fabio Sulas, 58 anni, proprietario dell’azienda agricola Quattro Mori. Stavolta la procura ha approvato l’eradicazione. Il sospetto è che le piante servissero a produrre infiorescenze vietate dal decreto Sicurezza. In ogni caso sono stati prelevati 53 campioni per verificare la quantità di Thc e dirimere il dubbio: cannabis stupefacente o canapa industriale? Nell’incertezza, gli inquirenti hanno sfalciato tutti gli arbusti di Fabio Sulas e portato via 40 chili di “residui di essiccazione di sostanze vegetali”, incluse infiorescenze. In un solo campione prelevato dal fiore il principio attivo stupefacente ha toccato lo 0,9 per cento. “Non abbastanza per concretizzare l’effetto psicotropo, la giurisprudenza in tal caso è dubbia”, secondo lo studio legale Miglio-Simonetti ingaggiato da Sulas. I legali sottolineano il taglio dell’intera piantagione: le analisi della procura, depositate ieri al tribunale del Riesame, certificano un livello di principio attivo sotto lo 0,6% in tutti in tutti i campioni della piantagione.

Con un valore del Thc inferiore alla soglia di punibilità, quanto reggerà in tribunale l’accusa per droga? Perciò la procura ligure ha già scagionato l’imprenditore della canapa il 18 settembre. Senza dimostrare gli effetti psicotropi, le infiorescenze non si potrebbero vietare. Lo ha scritto la Cassazione nella sentenza del 31i maggio 2019. Lo ha ribadito il massimario della Suprema Corte nella relazione pubblicata il 23 giugno. Ma il governo ha tirato dritto con l’articolo 18 del decreto Sicurezza: il fiore è bandito a prescindere, perfino appena sbocciato sull’arbusto.

In Sardegna sono andati oltre: un’intera piantagione eradicata prima della maturazione. Basta il sospetto che serva a produrre cannabis light. Nel verbale di sequestro Fabio Sulas ha annotato di aver inviato la dichiarazione di semina con le finalità del raccolto: produzione tessile. “Ma il solo dubbio che la canapa sarà utilizzata per le infiorescenze può innescare sequestri e accuse per droga”, dicono Miglio e Simonetti. Secondo gli avvocati è sufficiente conservare i fiori dell’anno passato per mandare intere piantagioni al macero. Il caso Sulas insegna. “Il governo diceva che i coltivatori non sono nel mirino e invece sì, soprattutto in Sardegna”, rincarano i legali.

Dal 2017 hanno seguito centinaia di casi nell’Isola: “Quello che accade qui anticipa i problemi degli agricoltori nel resto d’Italia, sempre più spesso si chiede di dimostrare la finalità della coltivazione di canapa, pena un’accusa per detenzione di stupefacenti”. Perché la Sardegna è un “laboratorio” e un caso speciale? “Gli inquirenti sono sensibili alle coltivazioni di marijuana, tantissime nell’isola, ma è grave confondere e utilizzare lo stesso approccio investigativo verso una pianta legale come la canapa industriale”.

La senatrice Sabrina Licheri (M5s) è d’accordo. In principio la sua interrogazione per Lollobrigida chiedeva lumi solo sulle coltivazioni in Sardegna. Poi il quadro è mutato: “Ho dato un carattere più nazionale ma se il ministro mi risponderà o se decidessi di fare un intervento di fine seduta, evidenzierò il caso della Sardegna. dove il problema è perfino acuito”. Non solo nell’Isola. Un coltivatore di canapa in Puglia è finito in carcere venerdì scorso e scagionato lunedì. Ieri La Stampa titolava: “Primi sequestri di cannabis light nel torinese: decine di negozianti indagati”. Fino a 10 giorni alcuni avvocati specializzati indicavano il calo dei sequestri dopo il decreto Sicurezza. Qualcosa è cambiato.

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