Canapa, la Cassazione boccia il divieto: rischi di incostituzionalità e procedura d’infrazione Ue

  • Postato il 28 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

La relazione del massimario della Cassazione – pubblicata il 23 giugno – fa a pezzi il divieto per la cannabis light: ovvero il “famigerato” (per gli imprenditori della canapa) articolo 18 del decreto sicurezza. Approvato l’11 aprile, da quel giorno i negozi che vendono le infiorescenze della canapa a basso contenuto di thc rischiano l’incriminazione per droga. Identica minaccia incombe sui coltivatori della canapa. Ora gli ermellini elencano punto per punto tutte le criticità del provvedimento, esprimendo forti dubbi sul rispetto della Carta costituzionale e del diritto europeo. I giudici chiariscono anche l’impatto sociale di una norma che può azzerare l’intero comparto industriale della canapa: in gioco ci sono 30mila lavoratori, 150 milioni di gettito fiscale per un fatturato di 500 milioni l’anno. Di colpo, grazie al governo, le imprese hanno dovuto annullare ordini di esportazione che coprono il 90% del mercato delle infiorescenze. Anche per questo i dubbi di legittimità costituzionale appaiono fondati, secondo i giudici di Cassazione.

Ad essere violato è il “principio di affidamento del privato”: ovvero la possibilità, da parte di un’azienda, di fare affidamento sulle norme vigenti per avviare investimenti e pianificare il futuro, senza il rischio che il legislatore cambi, “se non in maniera ragionevole”. E gli ermellini non sono affatto sicuri che la sterzata di Meloni sulla canapa, con il bando totale delle infiorescenze, sia “ragionevole”. In primis perché mancano dati certi. Anzi, scrive la Cassazione, “le evidenze scientifiche dimostrano l’assenza di effetti droganti quando il principio attivo della cannabis si collochi al di sotto delle percentuali di Thc” indicate dalla legge: 0,2%, con soglia di tollerabilità fino allo 0,6%. Dunque cade la ratio stessa dell’articolo 18: evitare che il fiore della canapa “possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza, l’incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale”.

Senza dati scientifici, verrebbe violato un altro obbligo costituzionale: la “determinatezza della legge penale”, cioè il divieto di incriminazioni “che non siano suscettibili di essere accertati e provati nel processo”. Senza la prova scientifica che la cannabis light abbia effetto stupefacente – suggeriscono i giudici – come si giustifica un processo per droga? Invero, la ricerca scientifica sostiene l’esatto contrario: il carattere innocuo della canapa a basso tenore di Thc. Anche per questo il fiore della canapa è legale in tutta Europa. Non solo, la Politica agricola comune (Pac) incentiva i coltivatori della canapa con bandi e finanziamenti pubblici. Dunque i giudici sottolineano “l’esposizione del nostro Paese alla procedura di infrazione” da parte dell’Ue.

La relazione della Cassazione espone un altro paradosso del bando al fiore. Ovvero l’eccezione prevista per la produzione dei semi: questi ultimi (legali) si trovano dentro le infiorescenze (illegali). Da qui il rebus per gli imprenditori minacciati da un’accusa per droga: come potranno provare, in un eventuale processo, che il fiore serviva solo per i semi? Per i giudici occorrerà munirsi di “contratti di conferimento a imprese individuate o autorizzate”.

Di fatto, molti imprenditori preferiscono chiudere bottega e volare all’estero. Anche Coldiretti, di solito vicina a palazzo Chigi, ha criticato il provvedimento. Forza Italia ha protestato in Europa e la Lega in Veneto, nella Conferenza delle Regioni e province autonome. Ma Giorgia Meloni e Alfredo Mantovano hanno tirato dritto. Tecnicamente, poiché la norma incide sul mercato europeo, il governo aveva l’obbligo di comunicarne il contenuto alla Commissione Ue, attraverso la cosiddetta procedura Tris. Invece non lo ha fatto, come per la carne coltivata. Risultato: per i giudici nazionali dovrebbe essere inapplicabile, perché il diritto comunitario viene prima. Non è detto che Meloni sia d’accordo. Al tribunale di Firenze pende il primo ricorso contro l’articolo 18 del decreto sicurezza: in attesa che il giudice fissi l’udienza.

L'articolo Canapa, la Cassazione boccia il divieto: rischi di incostituzionalità e procedura d’infrazione Ue proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti