Carabinieri italiani pronti per Gaza: tra missione di addestramento, aiuti umanitari e piani di ricostruzione
- Postato il 10 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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È ancora presto per parlare di una missione di pace italiana a Gaza sotto l’egida delle Nazioni Unite, ma i carabinieri sono già presenti nell’area. Sono pochi — appena sette militari, più alcuni ufficiali di collegamento tra Gerusalemme, Tel Aviv, Ramallah e Rafah — ma rappresentano un presidio importante. Operano all’interno della missione Eupol Copps, il programma europeo di supporto alla polizia palestinese, in attesa che venga riaperto il valico di Rafah con l’Egitto. La loro presenza conferma il ruolo dell’Italia come partner affidabile nella stabilizzazione della regione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha infatti annunciato l’intenzione di sostenere la ricostruzione delle infrastrutture primarie e secondarie — reti stradali, energia, acqua e gas — con particolare attenzione agli ospedali e ai servizi sanitari devastati dal conflitto.
Il ritorno dopo il ritiro del 2023
Già nel 2023, a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti e dell’avanzata israeliana, il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva disposto il rientro dei circa 200 carabinieri del Battaglione Tuscania e della 2ª Brigata Mobile, impiegati in attività di addestramento della polizia palestinese. L’anno successivo, su richiesta degli Stati Uniti, lo stesso Crosetto ha autorizzato il ritorno di una nuova squadra di militari italiani nella base di Gerico. Qui i carabinieri svolgono un ruolo cruciale nella formazione degli agenti locali: insegnano procedure operative, tecniche investigative, regole d’ingaggio, gestione delle emergenze e metodi di raccolta prove e testimonianze. Attualmente la missione Miabit conta 25 militari italiani, ma Washington ha chiesto di aumentare il contingente fino a 500 unità.
Formazione e aiuti umanitari
L’eventuale ampliamento della missione resta una decisione di natura politica, che richiederà il via libera del Parlamento e, probabilmente, una copertura ONU. In alternativa, tra 200 e 250 carabinieri potrebbero essere inviati in missione semestrale. Parallelamente, alcuni agenti palestinesi verranno formati in Italia, al Center of Excellence for Stability Police Units (CoESPU) di Vicenza, dove l’Arma collabora con gli Stati Uniti nell’addestramento di peacekeeper internazionali. Sul fronte umanitario, la strategia della Farnesina si concentra sulla ricostruzione sanitaria e scolastica di Gaza, con l’impiego di strutture mediche italiane in Egitto e Giordania. La distribuzione di aiuti alimentari resta affidata al Programma Alimentare Mondiale (PAM) dell’ONU, mentre l’Italia lavorerà in stretta collaborazione con la Germania per ridare vita al sistema sanitario e educativo della Striscia, segnando un passo concreto verso la pace e la ripresa civile.
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