Carabinieri, sminatori e un posto nella governance: il ruolo dell'Italia nella Gaza del futuro

  • Postato il 10 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
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Carabinieri, sminatori e un posto nella governance: il ruolo dell'Italia nella Gaza del futuro

L'ha annunciato ieri la premier Giorgia Meloni. E l'ha confermato quest'oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani: l'Italia farà la sua parte nella messa in pratica dell'accordo di pace a Gaza. E intende farlo con delle direttrici ben precise. "E' pronta a contribuire alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo di Gaza", ha detto ieri la presidente del Consiglio. Si parte, però, dalla governance, che vuol dire avere un ruolo all'interno dell'organismo che dovrà governare la Striscia nelle prime fasi di transizione. Il "Board of Peace" guidato dal presidente americano Donald Trump dovrebbe vedere all'interno i principali leader europei. Non a caso Politico ieri ha scritto che molti di loro starebbero pressando il tycoon per entrare a far parte dell'organismo. Ma gli ottimi rapporti tra Meloni e Trump non possono che far partire la presidente del Consiglio nelle primissime file. 

Sarà quindi nella seconda fase, più operativa, che l'Italia fornirà le sue specifiche competenze per la stabilizzazione dell'area, a partire dalla formazione delle forze di polizia palestinesi. Per questo il governo è disposto a inviare 250 carabinieri, che diventeranno 1000 a regime considerando le rotazioni, da selezionare non solo tra quelli già impegnati in missioni all'estero. Attualmente ci sono già dei militari che compiono funzioni di formazione a Rafah e Gerico. Ma le forze militari saranno  impiegate anche nell'attività di sminamento, una disponibilità che l'Italia aveva avanzato con largo anticipo rispetto alla tregua di questi giorni.

Nondimeno, il governo è disposto a fare la sua parte anche per quanto riguarda la ricostruzione della Striscia. "Ho detto a tutti i ministri presenti a Parigi che vogliamo essere protagonisti oltre che della sicurezza, della ricostruzione", ha detto oggi Tajani. Secondo il vicepremier la priorità dovrebbero essere "le infrastrutture, anche con l'impegno delle nostre imprese. Poi penso alla sanità, alla scuola, alle università e alla formazione di una nuova classe dirigente palestinese. Dovremo intervenire in maniera massiccia, immediatamente per affrontare la paurosa emergenza sanitaria di cui soffre Gaza insieme alle istituzioni internazionali. Possiamo aiutare i palestinesi a mettere in piedi un sistema sanitario adeguato, potremmo coinvolgere gli ospedali italiani che abbiamo già sia in Giordania che in Egitto, in partenariato con nostri presidi sanitari italiani. È un progetto da valutare come governo". Di certo c'è che la commistione pubblico-privato per agevolare la ricostruzione potrebbe ricalcare quanto già fatto dall'Italia nella Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina, organizzata proprio a Roma.

 

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Autore
Il Foglio

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