Carlo Felice, Orazi contro Romeo sul capannone in Piemonte: “Approssimativo e superficiale”
- Postato il 16 luglio 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Tralasciando gli aspetti diffamatori nella cui valutazione sono coinvolti i miei legali, tengo a precisare al consigliere Romeo che l’esposizione dei fatti è approssimativa, superficiale e non corrispondente alla realtà“. Così l’ex sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi replica all’esponente del Pd che ieri, insieme al collega Gianni Pastorino, ha acceso i riflettori sull’operazione con cui la Fondazione ha acquistato un capannone nel Monferrato per lo stoccaggio delle scenografie, destinato a sostituire il magazzino affittato finora a Savignone.
Un investimento complessivo di 1,4 milioni di euro, quasi il doppio della cifra preventivata all’inizio, tanto che il consigliere regionale ieri ha parlato di “acquisto incauto e realizzato senza nessun controllo” e ha tacciato la precedente gestione di “incapacità“.
Il vecchio magazzino situato a Savignone, ricorda Orazi, “veniva affittato dal teatro con una significativa spesa annua dell’ordine di 120mila euro circa” ed era stato oggetto di “segnalazioni da parte sindacale relativamente allo stato di conservazione ed alla presenza di amianto”, come si evince dalla relazione tecnica secondo cui “la natura della copertura del fabbricato risulta realizzata in materiale assimilabile al fibrocemento, presumibilmente contenente fibre asbestose”. Per questo sarebbe stato necessario “un intervento di segregazione o di rimozione e sostituzione degli elementi che compongono la copertura, smaltendo secondo i protocolli previsti dalla legge il materiale presente”, oltre a “una garanzia certificata della portata dei solai e quindi dei soppalchi, che gravano sui solai stessi”.

Per accedere al magazzino è necessario attraversare un ponte che attraversa il torrente Scrivia. “In base alle informazioni acquisite – dice ancora la relazione citata da Orazi – tale infrastruttura necessita di interventi manutentivi, soprattutto per le azioni dovute al sottostante torrente. Il sedime del sito in cui si trova edificato il complesso industriale risulta continuamente dissestato e, dalle informazioni acquisite, questo risulta di difficile manutenibilità dovuta agli agenti atmosferici e al clima del sito stesso”. Per questo “si è proceduto a non rinnovare il contratto d’affitto“, precisa l’ex sovrintendente.

In merito alle critiche per aver scelto un luogo così lontano da Genova, Orazi puntualizza che la ricerca è stata effettuata in tutta la Liguria. “Se il consigliere Romeo pensa sia stato facile trovare un magazzino di determinate condizioni, libero da legati e vincoli, dimostra ancora una volta la superficialità della sua indagine conoscitiva”, accusa l’ex sovrintendente. Il sito di San Giorgio Monferrato, invece, “è risultato in linea con le richieste della Fondazione e, pertanto, in grado di soddisfarne le esigenze. L’area su cui insiste l’immobile, inoltre, risulta ben collegata dal punto di vista della viabilità grazie alla vicinanza del casello autostradale del tratto che collega direttamente Casale con Genova”.

E ancora, sul mancato controllo: “Un sovrintendente, e lo sono dal 1992, non può alzarsi una mattina, come fa credere il consigliere Romeo, e scegliere di acquistare un magazzino. Il Consiglio di indirizzo deliberava l’acquisto del magazzino con il supporto della relazione tecnica e del parere di congruità relativo al valore proposto per l’acquisto. Nessun fuori controllo! Tutta la documentazione relativa alle varie ricerche e all’acquisto sono agli atti della Fondazione e, come noto, tale investimento è stato effettuato con i fondi previsti dalla legge 234/2021 e concordati con il ministero della Cultura per il tramite del commissario straordinario di Governo delle Fondazioni liriche, dunque fondi diversi dalla gestione ordinaria”.
“Un’incauta spesa le cui conseguenze le pagano anche e soprattutto i lavoratori“, aveva accusato ancora Romeo. E Orazi coglie l’occasione per replicare anche a Pastorino “che partecipò nella precedente legislatura regionale ad una mia audizione presso la commissione Cultura nella quale, tra le altre cose, si dichiarava di aver assunto 99 lavoratori a tempo indeterminato e risolto con transazione giudiziale e stragiudiziale le posizioni di 38 dipendenti precari dando loro la stabilizzazione. Oltre a ciò, erano stati banditi, dopo oltre 20 anni, una serie di concorsi in tutti i settori del Teatro. Il consigliere Romeo parla di non lungimiranza della mia gestione. Alla luce della mia storia professionale attestata, anche nel caso di Genova, dalle maggiori testate nazionali ed internazionali, suggerirei alla politica, in questo caso all’esponente del Pd, di chiedere lungimiranza proprio a sé stesso. Io lo aspetto, e non solo sui canali social”.