Carnevale: “Napoli e Roma super Occhio al Milan, Rabiot è il top”

  • Postato il 17 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Andrea Carnevale ha deciso di raccontare la sua vita in un libro. Non è una normale storia di un calciatore, c’è un dramma che ha vissuto da adolescente e che si è portato dietro per tanti anni. Il padre, malato di schizofrenia, uccise la madre con una pietra e poi, qualche anno dopo, dopo essere uscito di prigione, si suicidò. Carnevale ha deciso di raccontare adesso quel dramma che si è portato dietro per tutta la vita, incrociandolo con la sua carriera di calciatore. Adesso, a 64 anni, con la serenità di chi ha visto il meglio e il peggio della vita, Andrea racconta i saliscendi in cui si è trovato e ringrazia il calcio che lo ha portato fuori dal tunnel. Già perchè non bastasse la tragedia familiare, Carnevale è passato per una squalifica per doping, per un arresto con l’accusa di spaccio di droga da cui è uscito completamente scagionato e da un divorzio con l’ex moglie Paola Perego che ebbe grande impatto mediatico ma anche difficoltà nel rapporto coi figli per fortuna ora risolti.

Carnevale, perchè ci ha messo tanto a raccontare le cose brutte della mia vita?

“Ho deciso solo adesso di raccontare la mia vita perchè vivo finalmente un momento di grande serenità. Il mio è l’ennesimo grido d’allarme che spero non cada nel vuoto, è il momento di fare qualcosa di importante perchè nelle famiglie non accadono cose di questo genere, ma purtroppo la cronaca ogni giorno ci riporta a una realtà durissima”.

Fuori dal tunnel grazie al calcio.

“Sì, adesso posso dirlo. Io da piccolo avevo in testa solo di giocare a calcio, sono nato in un paese (Monte San Biagio) che è esattamente tra Napoli e Roma e ho sempre pensato che avrei dovuto giocare in quelle due squadre per raggiungere grandi traguardi. A Napoli ho vinto lo scudetto e giocato con Maradona, a Roma anni bellissimi e una coppa Uefa. Alla fine ho realizzato il mio sogno ma non è stato facile perchè la mia carriera è stata un saliscendi continuo”,

Udine è la città della svolta.

“Sì perchè a Udine da giocatore ho spiccato il salto verso il grande calcio. Ho giocato al fianco di Zico che era un giocatore straordinario e poi a fine carriera la famiglia Pozzo ha creduto in me e mi ha dato una grande opportunità, quella di continuare a lavorare nel calcio. Da anni vado alla ricerca di giovani talenti, sconosciuti al grande pubblico, da portare a Udine per farli diventare grandi calciatori. E’ un lavoro bellissimo che faccio insieme a tanti altri, l’Udinese è una società organizzatissima e i risultati lo dimostrano in ogni stagione”,

Solet l’ultimo fenomeno messo in vetrina, quale sarà il prossimo?

“Solet merita un discorso a parte. Quando ho sentito parlare di lui per l’Udinese pensavo fosse impossibile portarlo in Friuli, era già un giocatore importante al Salisburgo, poi ha rescisso il contratto con il club austriaco e l’Udinese è stata brava a prenderlo. E’ già un grande giocatore. Per il futuro punto su Atta, ha avuto un inizio di stagione eccezionale e ha grande qualità”.

Riparte il campionato con Napoli e Roma in testa.

“MI ha impressionato il Milan, non soltanto per la partita che ha vinto a Udine. Ha fatto un grande acquisto: Rabiot e Modric in mezzo al campo fanno la differenza. L’Inter e la Juve ancora non mi convincono. Spira un bel vento del sud e questo non può che farmi piacere. Sono le mie due squadre, faccio il tifo per loro e i risultati derivano soprattutto dai due grandi allenatori che siedono in panchina. Certo Conte ha un organico fortissimo, la squadra che ha vinto lo scudetto è stata ulteriormente rinforzata. E Gasp è stato bravo a trovare il feeling con i romani, fondamentale per lavorare con serenità”.

Autore
Panorama

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