Casabona, l’ex sindaco è un uomo libero: il Riesame annulla l’arresto per voto di scambio

  • Postato il 19 giugno 2025
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Casabona, l’ex sindaco è un uomo libero: il Riesame annulla l’arresto per voto di scambio

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A Casabona Comune sciolto ed ex sindaco libero dopo che il Riesame annulla l’ordinanza per voto di scambio


CASABONA – L’ex sindaco di Casabona Franco Seminario, noto esponente del Pd, è un uomo libero. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in sede di rinvio, ha annullato in toto l’ordinanza di custodia cautelare domiciliare alla quale era sottoposto con l’accusa di voto di scambio dopo i nuovi elementi prodotti dalla difesa. Accolta dai giudici la richiesta dell’avvocato Pino Napoli, dopo che la Corte di Cassazione aveva già annullato con rinvio il provvedimento. L’ex sindaco è tra i 14 imputati per i quali la Dda di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che travolse il Comune, ormai sciolto per infiltrazioni mafiose della presunta ‘ndrina dei Tallarico, articolazione a Casabona del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò.  

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Seminario è imputato, oltre che di voto di scambio politico-mafioso, anche di concorso esterno in associazione mafiosa, ipotesi già esclusa, sempre sotto il profilo cautelare, dal Tribunale del riesame. In cambio di denaro, ma anche e soprattutto di appalti e assunzioni, la ‘ndrangheta, secondo l’accusa, avrebbe garantito un pacchetto di voti alla lista “Ripartiamo” che candidava a sindaco Seminario e stravinse. Seminario aveva già ottenuto i domiciliari e uscì dal carcere dopo che, in un primo tempo, il Riesame aveva accolto la richiesta dell’avvocato Napoli, escludendo il concorso esterno in associazione mafiosa. Il legale è riuscito a far cadere, sotto il profilo cautelare, anche l’ipotesi di voto di scambio, poiché basata su intercettazioni estrapolate da un contesto di conversazioni che non sono state interamente trascritte dagli investigatori e che sarebbero di segno contrario rispetto alla chiave di lettura fornita dalla Dda.

GLI ARGOMENTI DELLA DIFESA

«Abbiamo destrutturato – ha detto l’avvocato Napoli – tutti gli addebiti contestati. Seminario è estraneo ai fatti contestati». In particolare, la frase «Dopo le elezioni facciamo quello che dobbiamo fare»?, sarebbe stata pronunciata da Seminario, sostiene la difesa, quando le liste elettorali erano state ormai chiuse e Salvatore Palmieri, parente del presunto capo bastone Luigi Tallarico, ipotizzava un riavvicinamento politico alla coalizione dopo la rinuncia a candidarsi nello schieramento avverso.

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FRASE NON TRASCRITTA

I carabinieri, osserva la difesa, non avrebbero però trascritto la parte della conversazione intercettata in cui Seminario, quando chiede al suo interlocutore se Tallarico sia “tranquillo” e Palmieri risponde “tranquillissimo”, tronca la conversazione affermando «faccia quello che vuole». Altri colloqui, secondo la difesa, non comproverebbero sostegno elettorale a Seminario da parte della ‘ndrina. Inoltre, non ci sarebbe intercessione mafiosa nell’assunzione di un dipendente presso la ditta che aveva l’appalto dei rifiuti. E circa l’operatività della ditta edile della famiglia Tallarico in area Pip, pur essendo esclusa dalla white list, non sarebbero emerse irregolarità compiute da Seminario. Analogamente non sarebbe provato l’interessamento dell’ex sindaco per alcune assunzioni al Comune, compresa quella di un parente di Tallarico.

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