Caserta: estate tra storia, arte e natura alla Reggia e oltre

  • Postato il 9 agosto 2025
  • Turismo
  • Di Artribune
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Caserta è spesso associata indissolubilmente, nell’immaginario di chi vi arriva per la prima volta, alla visione maestosa della sua Reggia, edificata a partire dal 1752 per volere di Carlo di Borbone, su progetto di Luigi Vanvitelli, con l’ambizione di eguagliare, e forse superare, la magnificenza di Versailles. Ma anche fuori da questo perimetro grandioso, la città e il suo territorio raccontano storie che meritano di essere conosciute: sono storie di luoghi che cambiano, di eredità antiche che incontrano l’arte contemporanea, di spazi che cercano nuova voce nel presente.
Caserta, infatti, ha più anime che coesistono: quella medievale, ancora viva nell’antico borgo di Casertavecchia, arrampicato sul colle Tifata, e nei piccoli casali che punteggiano il territorio che lo circonda; quella settecentesca, riconosciuta patrimonio UNESCO, segnata dall’ambizione illuminista dei Borbone di Napoli e dalla visione urbanistica di Vanvitelli; e quella contemporanea, che cerca spazi per raccontarsi tra memoria e futuro.

Terra Madre - Prima Biennale d'Arte del Belvedere di San Leucio
Belvedere di San Leucio

San Leucio: la memoria industriale nelle opere di Antonio Nocera

Basta varcare la soglia del Belvedere di San Leucio, residenza di caccia borbonica trasformata nel tardo Settecento in un innovativo opificio serico, per percepire un’atmosfera densa di memoria, dove gli echi dell’utopia industriale settecentesca si fondono con le stratificazioni del tempo. Gli ambienti neoclassici, sobri e silenziosi, custodiscono ancora, nei telai, nei torcitoi e nella ruota idraulica che li aziona, la traccia concreta di un progetto produttivo e sociale straordinario: quello della creazione di una manifattura di sete pregiate e di una città ideale ispirata a idee riformatrici e a ideali di progresso e giustizia sociale. Qui fino al 15 settembre, Antonio Nocera, artista di origini campane con una lunga carriera internazionale, propone un progetto espositivo, I viaggiatori delle nuvole, curato dallo storico dell’arte Claudio Strinati. Cento opere tra sculture, pitture e installazioni, portano a riflettere su temi quali il viaggio, l’identità e la trasformazione. Il viaggio raccontato si sviluppa su più livelli: è un cammino che si snoda in spazi fisici, tra l’interno e l’esterno del complesso monumentale, ma anche un percorso interiore di crescita, ricerca e cambiamento. Figure simboliche come il Migrante, la Crisalide e il Nomade emergono da materiali diversi, come bronzo, alluminio, vetro di Murano, plexiglass, legni, corde, che sembrano emergere dal fondo di un’officina. In alcune opere, quelle che creano un dialogo particolarmente intenso tra la fantasia dell’artista e l’identità del luogo, si ritrova l’uso delle sete prodotte ai nostri giorni dalle fabbriche che hanno ereditato e continuano a portare avanti l’antica tradizione.

Michelangelo Pistoletto alla Reggia di Caserta, Terzo Paradiso
Michelangelo Pistoletto alla Reggia di Caserta, Terzo Paradiso

La Reggia ospita Michelangelo Pistoletto: arte povera tra passato e presente

Ma se è vero che Caserta non si esaurisce nel palazzo reale, è altrettanto innegabile il suo ruolo centrale. La Reggia non è soltanto testimonianza di un’epoca passata, ma uno spazio vivo che si presta a molteplici interpretazioni. Come accade nelle sale della Gran Galleria, che fino al 1° settembre ospitano Metawork di Michelangelo Pistoletto.
L’artista, che ha fatto dell’arte povera un linguaggio universale, trasforma la solennità degli spazi borbonici in un terreno di riflessione: le sue installazioni si rapportano armoniosamente con affreschi e stucchi, senza sopraffarli, come un’eco che invita a pensare a ciò che resta e a ciò che cambia, all’individuo e alla collettività.
All’esterno, nel Bosco Vecchio, sospeso tra natura spontanea e geometria settecentesca, Pistoletto porta l’installazione permanente Il Terzo Paradiso: un simbolo universale di equilibrio e rigenerazione, che intreccia arte, ecologia e responsabilità sociale. Inserito nel paesaggio, il segno concettuale più noto dell’artista, realizzato questa volta grazie al recupero di pietre e tronchi di alberi caduti da tempo, non contrappone ma unisce: suggerisce una continuità possibile tra natura e artificio, tra passato e futuro, tra la storia del luogo e una visione sostenibile del presente.

Depositi Reggia di Caserta
Depositi Reggia di Caserta

Albe, giardini, serre e spazi di rigenerazione artistica

Il 10 e il 31 agosto, poi, Alba alla Reggia regalerà un’occasione suggestiva per riscoprire il complesso borbonico in maniera insolita, tra i profumi della natura che si risveglia, il sottofondo di musica classica, pratiche di yoga Kundalini e suoni ancestrali, mentre il sole sorge e la monumentalità del luogo si rivela in una dimensione rarefatta, quasi metafisica.
Anche il progetto Le Serre di Graefer rappresenta un’opportunità preziosa per scoprire aspetti meno noti del parco del palazzo reale. Il nome del progetto omaggia Johann Andreas Graefer, botanico tedesco chiamato a corte dalla regina Maria Carolina alla fine del Settecento per progettare e curare, al margine settentrionale del parco, un romantico giardino all’inglese. L’iniziativa che oggi riguarda questo magnifico spazio nasce da un partenariato pubblico-privato e ha come fulcro il recupero storico, artistico e culturale dell’area delle serre, riaperte al pubblico dopo oltre otto anni. Il progetto include anche un rilancio produttivo, finalizzato alla coltivazione e alla commercializzazione di specie florovivaistiche presenti nei cataloghi botanici storici, tra cui molte delle varietà che Graefer stesso coltivava e descriveva nei suoi taccuini. Oggi le serre ospitano mostre, laboratori, visite guidate, lezioni di giardinaggio e spettacoli all’aperto, con eventi programmati fino alla fine dell’estate e oltre, restituendo così ai visitatori uno spazio vivo e multifunzionale, crocevia tra arte, natura, sostenibilità e memoria produttiva.
Nel frattempo, si aprono anche spazi meno noti, come i depositi della Reggia, dove è possibile accedere, su prenotazione, a una vasta selezione di opere normalmente non visibili al pubblico.
Un altro esempio di rigenerazione è il progetto intitolato Reggia in arte e design, che coinvolge l’ex convento dei Padri Passionisti, situato nel Bosco Vecchio del parco reale. L’edificio è destinato a trasformarsi in uno spazio dedicato alla ricerca e alla produzione artistica contemporanea, grazie a residenze e laboratori curati da collettivi indipendenti.

Nicoletta Rita Speltra

L’articolo "Caserta: estate tra storia, arte e natura alla Reggia e oltre" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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Artribune

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