Caso Bova, Monzino accusa Corona: «Chat riprese di nascosto con telecamera nel cappellino»
- Postato il 13 agosto 2025
- Di Panorama
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Nuova versione dei fatti da parte di Federico Monzino sul cosiddetto «caso Bova». In un’intervista concessa al Corriere della Sera, il pr milanese – erede di una nota famiglia – ha attribuito parte delle responsabilità a Fabrizio Corona, sostenendo che l’ex re dei paparazzi avrebbe registrato di nascosto una visita a casa sua grazie a una telecamera nascosta nella visiera di un cappellino. Secondo quanto riferito al quotidiano, la dinamica raccontata oggi è diversa da quella fornita inizialmente agli investigatori, ai quali Monzino aveva detto di aver consegnato volontariamente, e in accordo con Martina Ceretti (almeno in un primo momento), le chat a Corona.
«Un errore dare i messaggi a Corona»
Monzino ha ricostruito così l’inizio della vicenda: «Corona è venuto una prima volta a casa mia per analizzare chat e audio, per vedere se fossero adatti a una puntata di Falsissimo. In quell’occasione non ho inviato nulla. Non sapevo che indossasse un cappellino con una telecamera e che stesse riprendendo tutto senza il mio consenso. L’ho scoperto solo dopo, da alcuni messaggi su WhatsApp che mi ha mandato lui stesso».
Il pr ha poi spiegato che, in seguito, Corona gli avrebbe chiesto ulteriore materiale «per rendere lo scoop più scottante e far diventare Martina famosa», come lei stessa avrebbe desiderato. «Ho accettato – ha detto Monzino – e la seconda volta che è venuto gli ho dato in primis l’audio e poi le chat, registrate dallo schermo, non quelle che mi aveva sottratto senza autorizzazione. Diceva che servivano per dare maggiore credibilità alla storia».
«Martina voleva notorietà» e l’annuncio di una denuncia
Monzino sostiene di poter dimostrare quanto afferma, ma precisa che le prove sarebbero nel telefono sequestrato dagli inquirenti. «Appena lo riavrò, potrò provarlo», ha dichiarato. Intanto annuncia contromosse: «Stiamo preparando una denuncia contro Corona. I miei legali non erano al corrente di alcuni particolari, come quello del cappellino. In momenti di forte pressione non è facile avere subito tutte le informazioni o la lucidità per raccontare ogni dettaglio. Ora voglio mettere tutto sul tavolo».
Infine, il pr ammette: «Ho fatto da tramite per aiutare Martina», ribadendo che l’obiettivo iniziale sarebbe stato quello di favorire la notorietà della giovane.