Caso Di Padova: ecco le due lettere tra vicesindaca e Russo

  • Postato il 11 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Elisa di Padova marco russo lettere

Savona. “Come ti ho detto fin dal primo momento, sento il dovere di rimettere nella tua disponibilità le mie deleghe, perchè so che con il mio comportamento, che ha indubbi riflessi pubblici, ho messo in difficoltà te, la giunta e tutta la nostra comunità politica, e di questo mi dispiace profondamente”. Così la vicesindaca Elisa Di Padova ha scritto nella lettera inviata al sindaco Marco Russo, dopo l’incidente dove è risultata positiva all’alcol test (tasso alcolemico 1,9).

Il sindaco ha replicato spiegando la motivazione della sua scelta: “Apprezzo molto che tu abbia voluto rimettere a mia disposizione le tue deleghe, ma penso che sia giusto che, se tu mi assicuri che ti senti di proseguire il tuo incarico, mantenendo il tuo entusiasmo, la tua convinzione, la tua generosità, la tua capacità ma anche la tua forza, facendo tesoro di quanto accaduto e testimoniando così l’importanza del rispetto delle regole che hai invece violato quella sera ma anche della capacità di riconoscere i propri limiti e quindi alzare il livello dell’attenzione, penso sia giusto restituirti le deleghe e chiederti di proseguire il tuo incarico“.

“Abbiamo voluto esplicitare la decisione assunta attraverso uno scambio di lettere che renderemo pubbliche per rendere trasparente l’iter che abbiamo seguito”, ha spiegato il sindaco durante la conferenza stampa.

Di seguito il testo integrale

La lettera di Elisa Di Padova 

Caro Marco,
ho avuto bisogno di alcuni giorni, dopo il mio rientro a casa con mia figlia, per riprendere il respiro dopo giorni difficilissimi da mamma e da donna e riassestare la mia vita con la mia famiglia e i bambini concentrandomi su di loro e sulla mia progressiva e lenta guarigione alla clavicola. Ho commesso un grave errore nel mettermi alla guida quella sera.

Sulla vicenda, che ti ho riferito nei dettagli, e sulla mia famiglia sono state dette molte cose, anche mischiando la realtà con il sentito dire. Ma questo non cambia i fatti: non dovevo mettermi alla guida, quella sera. Doveva essere la conclusione del giorno di festa più bello con il compleanno della mia bambina, alla quale mi ero dedicata completamente, e invece una serie di circostanze che nessun “senno di poi” oggi può riparare, ci hanno portato fino a qui.

Il conto più salato lo pago innanzitutto con me stessa e lo pagherò come ogni cittadino, per avere assunto un comportamento che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Rivivo ognuno dei momenti di quella sera come quelle sliding doors che nei primi giorni proprio non riuscivo a perdonarmi.

Mi dispiace e mi scuso se posso avere deluso qualcuno, al tempo stesso ringrazio tutti quelli che sono stati vicini a me e alla mia famiglia e che mi hanno fatto avere il loro affetto e la loro stima, avendo avuto modo di conoscermi e di sapere che non è certo mia abitudine avere comportamenti irresponsabili specialmente quando si tratta della cosa più importante della mia vita, come nella vita di qualunque genitore: i miei figli.

Con la dovuta distanza, posso dire che provenivo da un periodo molto complesso di stanchezza ma in cui mi sentivo in dovere di essere forte e capace di affrontare ogni situazione. Come accaduto anche quella sera.

In questi giorni ho riflettuto molto sul fatto che non devo pensare di essere sempre sufficiente a me stessa per affrontare qualsiasi cosa, assumendomi ogni tipo di onere, come dover dimostrare di poter fare tutto sempre e comunque: recuperare questo senso del nostro limite è importante.

Come ti ho detto fin dal primo momento, sento il dovere di rimettere nella tua disponibilità le mie deleghe, perchè so che con il mio comportamento, che ha indubbi riflessi pubblici, ho messo in difficoltà te, la giunta e tutta la nostra comunità politica, e di questo mi dispiace profondamente.

Se si ritiene che sia meglio che faccia un passo indietro io sono a disposizione: ripeto spesso – e voglio ribadirlo in questo momento – che siamo tutti pro tempore e per questo è indispensabile impostare un lavoro profondo e radicato che vada oltre il singolo amministratore, perché noi “passiamo” ma le cose buone che portiamo in dote devono restare e diventare strutturali. I tanti progetti di questa amministrazione, anche su temi impopolari che presuppongono scelte coraggiose; il lavoro di cambiamento e rilancio della città non debbono essere messi in ombra in alcun modo da questa mia vicenda, di cui io pagherò ogni conseguenza nelle sedi opportune, come ovvio che sia.

Però sento il dovere anche di dirti che la Elisa che c’era il 14 di agosto è esattamente la Elisa di oggi, con una ferita in più ma forse anche una consapevolezza più grande e la forza di proseguire qualora tu lo ritenga, facendo tesoro di questa terribile esperienza, che mi insegna che siamo fragili e quindi bisogna avere presente i confini delle proprie forze e anche testimoniando con concretezza e umanità, fuori da ogni retorica, come una scelta avventata, che non rispetta le norme, e la sottovalutazione di un momento, anche in una una sola serata, possano avere conseguenze gravi.

Grazie a Te, che hai saputo comprendere da subito la vicenda e quello che stavo vivendo, e per questo tempo che hai saputo attendere per ricevere un mio segno.

La lettera di Marco Russo

Cara Vicesindaca, cara Elisa,
ti ringrazio per la tua lettera.

Il fatto accaduto la sera del 15 agosto u.s., è indubbiamente grave, come tu stessa riconosci. Siccome abbiamo sempre sostenuto che chi ricopre cariche pubbliche deve impegnarsi a testimoniare anche nella vita privata i principi che afferma, questo fatto – anche se riguarda esclusivamente la tua sfera privata – pone indubbi quesiti sul piano politico-amministrativo. Li pone a te, li pone a me, li pone alla comunità politica che guida l’amministrazione comunale.

Su questi quesiti abbiamo riflettuto a lungo, con la dovuta calma e con la maggiore serenità possibile: l’ho fatto io, l’ha fatto la Giunta e l’ha fatto tutta la nostra comunità politica. E abbiamo voluto farlo con te, lasciandoti quindi il tempo necessario per consentirti di riflettere su tutto ciò ed esprimerci la tua posizione, al fine di maturare tutti insieme la decisione migliore.

Se il fatto è certamente grave, è altrettanto vero che non possiamo dimenticare che tutti conoscono le tue qualità, non solo di amministratrice pubblica – per l’entusiasmo, la convinzione, la coerenza, la generosità, la capacità con cui porti avanti i progetti, collabori con gli altri Assessori, con gli uffici e ti rapporti con i cittadini e i soggetti privati e pubblici – ma anche di donna e di madre, che ha sempre portato avanti anche nella sfera privata i principi che affermi pubblicamente, dando prova, nell’una e nell’altra sfera, delle medesime qualità umane, con assoluta coerenza.

Quindi non credo sia giusto che un solo episodio isolato di vita privata, per quanto in sé rilevante, possa cancellare tutto questo e possa invertire senza alcun rimedio un giudizio consolidato nel tempo, non solo sulla tua qualità di amministratrice pubblica ma anche sulla tua persona.

È molto importante ciò che scrivi, ossia che questa vicenda ti ha segnato ma ti ha anche insegnato che ciascuno di noi deve imparare a conoscere i propri limiti, anche nella generosità dei rapporti. Questo episodio insegna a te, ma ricorda anche a tutti noi, non solo l’importanza delle norme volte ad impedire la guida in stato di ebbrezza e dell’assoluto scrupolo che occorre adottare per non violarle, con tutte le gravi conseguenze che possono derivarne, ma anche che ciascuno di noi, nella vita privata, porta con sé la fragilità dell’essere umano, che può cadere e commettere errori, che deve pagare come ogni cittadino ma deve anche trarne insegnamento fino in fondo.

Se è vero che chi ricopre cariche pubbliche deve impegnarsi a testimoniare anche nella vita privata i principi che afferma, è anche vero che nel quotidiano non è esente da questa fragilità umana, di cui bisogna saper fare tesoro e che deve indurci ad alzare ancora di più la soglia del rigore.

Per questo è importante che tu dica che sei “la stessa Elisa del 14 agosto con una ferita in più e con una consapevolezza più grande”, perché anche il tuo essere amministratore pubblico dovrà nutrirsi di questa esperienza, facendone anche testimonianza.

Pertanto, apprezzo molto che tu abbia voluto rimettere a mia disposizione le tue deleghe, ma per tutte queste ragioni, sulle quali abbiamo riflettuto con tutta la la Giunta e la comunità politica, penso che sia giusto che, se tu mi assicuri che ti senti di proseguire il tuo incarico, mantenendo il tuo entusiasmo, la tua convinzione, la tua generosità, la tua capacità ma anche la tua forza, facendo tesoro di quanto accaduto e testimoniando così l’importanza del rispetto delle regole che hai invece violato quella sera ma anche della capacità di riconoscere i propri limiti e quindi alzare il livello dell’attenzione, penso sia giusto restituirti le deleghe e chiederti di proseguire il tuo incarico.

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Il Vostro Giornale

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