Caso doping dopo Inter-Barcellona, Lewandowski e Lamine Yamal puniti con una mini multa: putiferio sull'UEFA

  • Postato il 13 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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È stata una delle partite più belle e appassionanti dell’ultima edizione della Champions League, con gol, emozioni, ribaltamenti di fronte a getto continuo. L’ha spuntata l’Inter sul Barcellona, 4-3 dopo i tempi supplementari, e ai tifosi nerazzurri si stringe ancora il cuore pensando al pareggio di Acerbi all’ultimo assalto dei regolamentari e alla gemma di Frattesi nel corso dell’overtime. Che serata magica. Tanto emozionante in campo, quanto spigolosa fuori. Già, perché al termine del match nel ventre di San Siro si è consumato un “pasticcio” che ha coinvolto l’agenzia antidoping, l’UEFA e due star della formazione catalana. Anche se la vicenda è stata un po’ “annacquata”: è venuta fuori solo in piena estate.

Inter-Barcellona, l’antidoping e i misteri di San Siro

Cos’è successo dopo il match giocato a inizio maggio? Che quelli del Barcellona, comprensibilmente, ci sono rimasti male per la sconfitta: avevano la partita in pugno, hanno beccato gol in contropiede sul 2-3 nei minuti di recupero, dopo aver fallito la chance del 2-4. Fatto sta che due stelle dello squadrone di Flick, il giovane Lamine Yamal e la vecchia volpe Robert Lewandowski, si sono presentati in ritardo ai controlli antidoping. I responsabili li attendevano subito dopo la conclusione della partita, i due sono arrivati dopo alcuni minuti. Soprattutto, non hanno fornito valide giustificazioni al loro comportamento.

Yamal e Lewandowski multati (poco) dall’UEFA

L’UEFA ha avviato indagini che hanno portato all’emissione di durissimi (macchè) provvedimenti nei confronti del giovane spagnolo e dell’esperto polacco. Si fa per dire: cinquemila euro di multa. Altro che pugno di ferro. Pochi spiccioli per due assi di quel calibro, che una cifra del genere la mettono insieme in pochi minuti, stipendi alla mano. I due sono stati riconosciuti colpevoli di aver violato gli articoli 21.8 e 21.10 dello statuto. In particolare, secondo la Camera Disciplinare dell’organo di controllo calcistico “non hanno rispettato le istruzioni impartite dal responsabile del controllo antidoping” e “non si sono presentati immediatamente al controllo antidoping”.

Inter-Barcellona: l’avessero fatto Sinner o Pogacar…

L’avessero fatto i campioni di altri sport, apriti cielo. Immaginate Sinner che si presenta cinque minuti più tardi a un controllo senza dare notizie di sé. Oppure Pogacar, come hanno immaginato i giornalisti tedeschi della Suddeutsche Zeitung, gli unici a livello europe dedicare un corposo articolo sulla questione, con interrogativi incalzanti nei confronti del Barcellona (che non ha commentato l’accaduto) dell’UEFA e dello stesso mondo del calcio nella sua interezza. “L’atteggiamento laissez-faire nei confronti dei test antidoping illustra fin troppo bene il mito che il calcio ama perpetuare: quello che sia pulito e che il doping non esista”, si legge sul giornale tedesco. “In realtà, decine di casi e scandali degli ultimi decenni hanno dimostrato il contrario”.

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Virgilio.it

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