Caso Equalize, quel messaggio di Pazzali al presidente delle misure di prevenzione. E il rapporto ‘giudiziario’ tra i due che prosegue oltre i termini di legge
- Postato il 11 ottobre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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L’ex presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali indagato nell’inchiesta sui dossieraggi della società Equalize di Milano aveva l’abitudine di chiedere continuamente report reputazionali su vari soggetti anche di rilevanza pubblica. Ne chiedeva conto, emerge dagli atti della Procura di Milano, soprattutto al suo ex socio Carmine Gallo. E però l’abitudine di domandare informazioni non era legata solo a chi lavorava in Equalize. Dal lungo interrogatorio del 7 ottobre che Pazzali ha sostenuto davanti al pm Francesco De Tommasi emerge che in almeno un caso l’ex dirigente pubblico chiese un’informazione anche all’attuale presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia. Quando però Pazzali invia la sua richiesta, il dottor Roia è a capo della sezione autonoma Misure di prevenzione dello stesso Tribunale. Il 29 settembre 2020 Pazzali invia un Whatsapp a Roia. Chiede al magistrato informazioni su Luca Palermo, manager in lizza per diventare il futuro amministratore delegato di Fiera Milano spa.
A quella data, 29 settembre, Pazzali è da oltre un anno sulla poltrona della presidenza di Fondazione Fiera Milano nominato con l’ok del governatore Attilio Fontana e dopo aver lasciato da poco Fiera Milano spa controllata con oltre il 60% da Fondazione. “Ciao Fabio – scrive Pazzali – scusami posso mandarti il curriculum del nuovo consigliere delegato di Fiera Milano che nominerò domani alle 19:30?”. Poco dopo Roia risponde: “Certo”. Sempre il dottor Roia il giorno dopo, 30 settembre alle ore 12:02 risponde: “Nome ok, controllato”. A verbale Pazzali conferma la richiesta fatta al futuro presidente del Tribunale: “Ebbene c’era una prassi per cui si acquisivano informazioni al fine di evitare che soggetti controindicati entrassero nel consiglio di Fiera Milano. Nel caso di Luca Palermo dovevo decidere se dargli l’incarico di amministratore delegato di Fiera Milano. E gli ho mandato (a Roia, ndr) questi messaggi per avere conferma che non ci fossero criticità. Non so come facesse lui a controllare ma posso dire che è una cosa che aveva fatto anche il mio predecessore (…). Io chiedevo tramite messaggi Whatsapp, ribadisco che la mia intenzione era di capire se Palermo avesse problemi reputazionali e quindi se era il caso di nominarlo Ad di Fiera Milano”.
Davanti a questa spiegazione il pm De Tommasi fa notare che “si tratta di una procedura assai sorprendente oltre che del tutto irregolare e dalle modalità informali che lasciano davvero perplessi per tante ragioni”. Pazzali prova a spiegare: “Sinceramente non pensavo fosse irregolare né tanto meno anomalo visto che mi rivolgevo a un magistrato”. E ancora: “Del resto c’era una continuità di rapporto visto che Capitini, amministratore giudiziario di Fiera Milano, era poi transitato prima nell’Organo di vigilanza e poi nel collegio Sindacale di Fiera Milano stessa al termine dell’Amministrazione”. Insomma, secondo la Procura non vi era motivo perché Fabio Roia facesse quella ricerca per Pazzali, anzi sarebbe una procedura irregolare. Contattato dal Fatto, lo stesso Roia ha però collocato quel controllo su Palermo nell’alveo di un rapporto giudiziario tra ente e Tribunale, rispetto al commissariamento cui era stata sottoposta Fiera Milano. Nel 2016, infatti, tra giugno e ottobre vengono commissariate prima Nolostand, società partecipata al 100% da Fiera Milano e poi un ramo di Fiera Milano spa, per quest’ultimo l’amministratore giudiziario sarà Piero Capitini. In quell’anno l’inchiesta del pm Paolo Storari e dell’aggiunto Ilda Boccassini aveva fotografato l’infiltrazione di Cosa nostra all’interno della Fiera, scoprendo i rapporti continuativi tra Nolostand e il consorzio Dominus scarl riconducibile, secondo l’accusa, a soggetti legati a Cosa nostra.
Da qui l’amministrazione giudiziaria disposta dalla Sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano presieduta da Roia prima per Nolostand e poi per una parte di Fiera Milano. Il ragionamento fornito da Roia è dunque del tutto comprensibile. Tanto più che Capitini è stato inserito nel collegio sindacale di Fiera Milano. C’è però un problema e sta nelle date. Nolostand, infatti viene commissariata il 23 giugno 2016, durata: sei mesi, quindi scadenza gennaio 2017. Fiera Milano invece sarà messa in amministrazione giudiziaria a ottobre del 2016 e scadrà il 28 settembre 2017. A quella data l’agenzia Ansa riporta la notizia: “Fine commissariamento Fiera Milano. Lo ha deciso la Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese, presieduta da Fabio Roia, che ha dichiarato oggi ‘chiusa’ la procedura di prevenzione”. Dunque a quella data formalmente si interrompe il rapporto giudiziario con Fiera Milano. E interrotto a maggior ragione lo era anche tre anni dopo alla data del messaggio di Pazzali a Roia e cioè il 29 settembre 2020. Da qui le perplessità della Procura. Dopodiché i sospetti di Pazzali su Luca Palermo proseguono, tanto che nel 2023 l’allora presidente di Fondazione Fiera chiederà all’ex poliziotto Carmine Gallo di controllare se Palermo facesse uso di droga.
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