Caso Garlasco: i 15 mila euro in nero dell’avvocato Lovati ricevuti dai Sempio e il giallo del sacco di slip nella casa di Chiara Poggi
- Postato il 14 novembre 2025
- Di Panorama
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Una «chiacchierata simpatica» come davanti a un caffè al bar, non tra amici, ma davanti a «bravi magistrati». Così il legale Massimo Lovati ha descritto l’audizione del 12 novembre 2025 di circa quattro ore presso la Procura di Brescia, ascoltato in qualità di persona interessata nell’inchiesta sulla presunta corruzione del Sistema Pavia. L’ex avvocato di Andrea Sempio, attuale indagato per il delitto di Chiara Poggi, ha confermato ai pm di aver ricevuto 15 mila euro in contanti provenienti dalla famiglia Sempio, senza dichiararli al fisco.
L’ammissione dei 15 mila euro
L’inchiesta vede attualmente indagati per corruzione l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti e il padre di Andrea Sempio, Giuseppe, oltre che l’imprenditore che forniva i dispositivi di intercettazione. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il percorso di circa 60 mila euro spariti dai conti della famiglia Sempio, oltre che le irregolarità nelle indagini che portarono alla condanna definitiva di Alberto Stasi e all’archiviazione fulminea a favore di Andrea Sempio.
Lovati, all’uscita dalla Procura, dichiara di avere risposto a tutte le domande e di avere «confermato i 15 mila euro presi». Ha inoltre compreso che anche gli altri due ex avvocati difensori di Sempio, Simone Grassi e Federico Soldani, hanno «ammesso di aver ricevuto i contanti, ma hanno detto che ero io che facevo i conti, invece io ho detto che li facevano loro i conti». Specifica poi che quei 15 mila euro li avrebbe materialmente ricevuti «dal collega Soldani, io non ho mai chiesto soldi ai Sempio».
Le dimissioni lampo del portavoce
Intanto il caos nella difesa di Lovati continua con le dimissioni lampo del portavoce Alfredo Scaccia nominato solo pochi giorni prima, accompagnate da «una forte tristezza nel cuore», come scrive in un post sui social. L’annuncio dell’esistenza del portavoce aveva mandato su tutte le furie l’avvocato di Lovati, Fabrizio Gallo, che però si è presentato di sua spontanea volontà alla Procura di Brescia per sostenere il suo cliente. Gallo ha quindi smentito le dimissioni dal suo ruolo di difensore di Lovati e sottolinea che quel tipo di audizione in Procura «non è prevista dal nostro codice di procedura penale senza la presenza dell’avvocato».
Il mistero del sacco sul divano
Sul fronte dell’omicidio di Chiara Poggi, torna in auge un elemento rinvenuto nella villetta di Garlasco, un sacco con una manciata di indumenti. Era stato rinvenuto sul divano della sala dove furono trovate tre goccioline di sangue ai piedi del mobile, e conteneva quattro paia di slip da donna usati, ma piegati ordinatamente. Un dettaglio anomalo per della biancheria intima usata, oltre che una collocazione insolita.
Non solo, altri indumenti furono trovati sparsi in disordine al piano superiore, e la famiglia Poggi, all’epoca dei fatti, aveva dichiarato agli investigatori che Chiara non aveva l’abitudine di tenere le mutande sporche nei cassetti, ma le metteva direttamente nel cestone dei panni nella lavanderia situata al semiinterrato dell’abitazione.
La strana distribuzione della biancheria intima è un elemento del 2007 che va ad aggiungersi alle altre anomalie rinvenute a distanza di tempo dall’omicidio. Un delitto che continua a generare interrogativi e chiacchierate tra avvocati.




