Caso Mara Favro, archiviato Luca Vincenzo Milione: “La mia vita è cambiata, ora voglio solo un abbraccio”
- Postato il 18 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Dopo oltre quindici mesi di indagini, si chiude il capitolo giudiziario per Luca Vincenzo Milione, l’uomo che era stato accusato dell’omicidio di Mara Favro, la cameriera scomparsa l’8 marzo 2024 da Chiomonte, in Val di Susa.
La Procura di Torino ha disposto l’archiviazione del procedimento, escludendo di fatto il suo coinvolgimento nella morte della giovane donna.
Milione, difeso dall’avvocato Tommaso Luca Calabró, ha sempre sostenuto la propria innocenza. “La mia vita è cambiata totalmente da quando è iniziata questa storia – ha dichiarato – oggi sono felice, sono davvero felice. Ma vorrei solo un abbraccio di una persona cara”.
Fine di un incubo giudiziario
Per l’uomo, titolare di un locale della zona, l’iscrizione nel registro degli indagati era arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Da quel momento, racconta, ha vissuto un vero e proprio inferno personale: la famiglia che si è allontanata, il lavoro in crisi, e una reputazione compromessa da un’accusa che ora la magistratura ha ritenuto infondata.
L’archiviazione arriva dopo mesi di accertamenti, analisi e verifiche da parte degli inquirenti, che non hanno trovato elementi sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio.
Il mistero della scomparsa di Mara Favro
Mara Favro, cameriera 33enne, era scomparsa l’8 marzo 2024 dopo essere uscita dal suo luogo di lavoro a Chiomonte.
Il suo corpo era stato ritrovato settimane dopo, in circostanze mai completamente chiarite.
L’indagine aveva subito diversi sviluppi e ipotesi, fino a concentrare l’attenzione su Milione, che aveva collaborato sin dall’inizio con gli investigatori.
Oggi, con il decreto di archiviazione, si chiude un capitolo ma non il mistero: la morte di Mara resta un caso aperto, in attesa di nuovi riscontri o piste alternative.
“Ho perso tutto, ma voglio ricominciare”
“Ho perso molto in questi mesi – ha raccontato Milione – la fiducia delle persone, il mio lavoro, la serenità. Ma voglio ricominciare, con la consapevolezza che la verità, alla fine, è emersa”.
Per lui, la parola fine su un’accusa pesantissima segna l’inizio di una lenta ricostruzione personale.
Un percorso che parte, come dice lo stesso Milione, “dal bisogno di un semplice abbraccio”.
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