Caso Paragon, la Commissione Ue: “Inaccettabile accedere illegalmente a dati dei cittadini”
- Postato il 12 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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La Commissione europea ribadisce l’inviolabilità dei dati personali e condanna eventuali abusi dello spyware Graphite – prodotto dalla società israeliana Paragon – da parte delle autorità. In Italia il software è stato installato sui device, ad esempio, del giornalista Francesco Cancellato (direttore di Fanpage) e dell’attivista Luca Casarini. La vicenda è al centro di un caso che coinvolge i servizi segreti italiani. Paragon, infatti, ha smentito il Copasir che, nella sua relazione sul caso dello spionaggio di giornalisti e operatori umanitari, aveva dichiarato la rescissione del contratto con la società che produce lo spyware Graphite da parte dei servizi – l’Aise, per l’estero, e all’Aisi, per i servizi interni – dopo avere saputo che era stato installato anche sui dispositivi di Cancellato e di Casarini. Ma la versione di Paragon è diversa: in una nota spiega che l’interruzione del contratto è avvenuta per volontà della stessa società, una volta che governo italiano ha rifiutato la proposta di collaborare a verifiche e controlli per appurare chi e come avesse spiato Cancellato. È solo a quel punto che “Paragon ha disconnesso i suoi sistemi da tutti i clienti in Italia”.
L’accordo comunitario “in materia di protezione dei dati e della vita privata – prosegue la risposta della Commissione – fornisce una protezione completa della riservatezza delle comunicazioni nonché dei dati personali e delle apparecchiature terminali degli utenti. La normativa dell’Ue sulla protezione dei dati si applica al trattamento dei dati personali da parte di soggetti privati, anche quando il trattamento è necessario per finalità di sicurezza nazionale. Ai sensi della direttiva e-privacy, l’intercettazione o la sorveglianza delle comunicazioni è vietata se manca il consenso dell’utente. Sebbene per importanti obiettivi pubblici siano consentite limitazioni, queste sono soggette a condizioni e garanzie rigorose”.
“La direttiva sulla protezione dei dati nelle attività di polizia e giudiziarie – prosegue l’esecutivo europeo – si applica anche quando le autorità competenti trattano dati personali a fini di contrasto. Le autorità di controllo dispongono di poteri effettivi per esaminare eventuali accuse di utilizzo improprio; i dati trattati possono essere soggetti a controllo giurisdizionale”. La Commissione ricorda poi che “per quanto riguarda la protezione delle fonti giornalistiche e delle informazioni riservat l’articolo 4, paragrafo 3, lettera c), del regolamento europeo sulla libertà dei media (EMFA) , sarà applicabile a partire dall’8 agosto 2025. L’applicazione di questa e altre garanzie contenute nell’EMFA – conclude la risposta all’interrogazione – assicureranno la libertà e l’indipendenza dei media in tutta l’UE, proteggendoli da ingerenze”.
Soddisfatto il commento di Gaetano Pedullà, vicecapodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo: “La Commissione europea afferma che utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire l’effettiva applicazione del diritto dell’Unione. In un altro passaggio aggiunge inoltre che qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici è inaccettabile. Purtroppo, sul caso Paragon assistiamo al tentativo di insabbiare tutto da parte della destra: ci sono ancora troppi punti oscuri da chiarire e il governo non intende andare fino in fondo dichiarando chi aveva ordinato queste intercettazioni illegali. La Commissione europea che, nella sua risposta alla nostra interrogazione, ricorda tutte le normative dell’Ue violate da questo caso di spionaggio deve andare avanti garantendo il rispetto dello stato di diritto nel nostro Paese”.
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