Caso Report-Mori, Avs M5s e Pd chiedono alla Commissione Antimafia di acquisire le intercettazioni

  • Postato il 24 giugno 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il caso Report con la rivelazione di presunte manovre da parte del generale Mario Mori per influenzare l’indagine fiorentina sulle stragi – ha innescato la reazione politica. Da una parte le opposizioni con Avs, M5s e Pd che chiedono alla Commissione Antimafia di acquisire gli atti citati dalla trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, dall’altra di Forza Italia che sollecita un’ispezione al ministro della Giustizia. Mori, da tempo in pensione, è stato intercettato dalla Dia di Firenze (per altri fatti) mentre parlava con ex collaboratori, avvocati, giornalisti e soggetti legati alla politica con l’ipotizzato intento di “influenzare” le mosse della Commissione Antimafia, guidata dalla presidente FdI, Chiara Colosimo.

I capigruppo AVS-M5S-PD in commissione Antimafia, Elisabetta Piccolotti, Luigi Nave e Walter Verini chiedono di conoscere gli atti alla base della trasmissione: “La trasmissione Report ha dato notizia che la Procura di Firenze, nell’ambito delle indagini sulle Stragi del ’93, avrebbe compiuto atti di investigazione – presumibilmente intercettazioni – da cui risulta che Mario Mori, indagato nell’ambito dell’inchiesta su quelle Stragi, sarebbe intervenuto per interferire sui lavori della commissione Antimafia. Lo avrebbe fatto mediante interlocuzioni riservate con alcuni componenti della Commissione, indirizzando i lavori nel proprio interesse ed ottenendo che venissero nominate come consulenti persone di sua assoluta fiducia. Questi fatti erano già stati anticipati sulla stampa nei giorni scorsi e lo stesso Mori non ha smentito. Sono elementi di pesante gravità che – scrivono in una nota i tre parlamentari – se confermati, svelerebbero un tentativo di gravissimo inquinamento dei lavori della commissione antimafia. A questo punto riteniamo che la presidenza della commissione debba subito chiedere alla Procura di Firenze di trasmettere, se esistono, le trascrizioni delle intercettazioni delle conversazioni di Mori con terzi, in tutte le parti riguardanti l’andamento dei lavori della commissione Antimafia. In giornata depositeremo una richiesta in tal senso alla presidenza della commissione Antimafia”.

Di segno opposto l’intervento di Forza Italia che ha presentato due interrogazioni al ministero della Giustizia in cui si chiede di “avviare un’ispezione presso la procura di Firenze per individuare i responsabili della diffusione abusiva delle intercettazioni in merito alla puntata andata in onda su Report, che ha diffuso il contenuto di presunte intercettazioni irrilevanti sotto il profilo penale e coperte da segreto investigativo, che coinvolgono l’ex comandante dei carabinieri Mario Mori, il suo avvocato Basilio Milio e il giornalista del ‘Dubbio’, Damiano Aliprandi”.

Le interrogazioni sono state presentate sia al Senato (sottoscritte dai senatori Gasparri, Zanettin, Paroli, Damiani, Occhiuto, Ternullo, Trevisi, De Rosa) sia alla Camera (con le firme dei deputati Pittalis, D’Attis, Tenerini, Castiglione, Costa, Calderone, Bellomo). In una nota il gruppo aggiunge: “Il giornalista di Report, Paolo Mondani, ha intervistato un anonimo investigatore che ha rivelato conversazioni tra Mori e Aliprandi, nelle quali quest’ultimo avrebbe suggerito di sollevare il senatore Scarpinato dalla Commissione antimafia, per un suo presunto conflitto d’interessi. La puntata si è basata sull’accusa a Mori di pilotare e condizionare la commissione, che da due anni indaga sul rapporto mafia-appalti avviato da Falcone e Borsellino. Mori è accusato anche di aver cercato di inserire nella commissione i nomi di Aliprandi, Milio, il professor Fiandaca e il magistrato Cisterna, ma solo quest’ultimo risulta effettivamente consulente, senza coinvolgimento nella strage di via D’Amelio. Le intercettazioni proverrebbero dalla procura di Firenze, che dal 2023 indaga su Mori. Non risulta – sostiene FI – alcuna indagine sulla violazione del segreto da parte del procuratore Filippo Spiezia. Si ricorda che sempre a Firenze, i pm Tescaroli e Turco indagarono su Berlusconi e Dell’Utri come mandanti esterni delle stragi del ’93-’94. Nella trasmissione sono intervenuti giornalisti censurati dall’Ordine per frequentazioni discutibili, ritenuti testimoni poco credibili. Lo scopo della puntata sembrerebbe quello di delegittimare le testimonianze raccolte dalla commissione antimafia, che contrastano con la ricostruzione del senatore Scarpinato”.

L’x magistrato – ora senatore del M5s – aveva dichiarato: “Mori e De Donno hanno compiuto una totale riscrittura non solo della storia processuale delle stragi, ma anche della storia del paese tentando di carpire la buona fede di chi non conosce le complesse vicende in questione. Questa circostanza è particolarmente grave perché così facendo i due aumentano, anziché diminuire, la coltre di fumo che ancora oggi aleggia sulla strage di via D’Amelio e sulle altre stragi del 1992-93″. Dichiarazioni rilasciate nel corso della conferenza stampa con cui il M5s ha presentato il dossier con cui smentirebbe, punto su punto, molti degli argomenti ricostruiti a San Macuto da Mario Mori e Giuseppe De Donno, nell’ambito dell’indagine di via d’Amelio.

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Il Fatto Quotidiano

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