Proseguono le indagini sulla morte di Liliana Resinovich, la donna trovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste, a distanza di circa venti giorni dopo la sua scomparsa. Ieri, 8 settembre, infatti, sono iniziati i nuovi esami disposti dalla gip Flavia Mangiante per fare chiarezza sul caso ancora irrisolto. La giudice ha ordinato analisi, all’Istituto di medicina legale di Ancona, di natura genetica, merceologica e dattiloscopica. Gli accertamenti sarebbero iniziati sulla giacca della 63enne, dove i periti avrebbero repertato altre fibre tessili, diverse da quelle riconducibili all’indumento. Sebastiano Visintin, marito della vittima, rimane l’unico indagato.
Caso Resinovich, Visintin: “La Procura ha scaricato tutti i file presenti nella GoPro. Sono stati commessi errori enormi nelle indagini”
- Postato il 9 settembre 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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E proprio Visintin ha parlato alla trasmissione televisiva Porta a Porta a proposito dei presunti video cancellati (e quindi perduti) che sarebbero stati presenti nella scheda di memoria della sua GoPro. Telecamera che lo stesso indagato dichiara di aver utilizzato il giorno della scomparsa della donna. “La GoPpro è stata a disposizione della Procura per mesi, hanno scaricato tutto, foto, video, poi quando hanno finito mi è stata restituita”, ha spiegato l’uomo intervenendo su Rai 1.
In merito alla formattazione della scheda della memoria della telecamera – avvenuto proprio il 13 giugno 2023, giorno in cui il gip di Trieste, Luigi Dainotti, ha rifiutato la richiesta di archiviazione del caso indicando una ventina di punti per la riapertura delle indagini – Visintin ha dichiarato che solitamente “quando ho finito di fare le mie cose, attacco il pc e scarico il contenuto nel mio hard disk. Quindi che senso ha tenere tutto qui dentro?”, riferendosi alla telecamera. Visintin ha poi aggiunto che tutti gli hard disk in suo possesso sono stati sequestrati dagli inquirenti. Il conduttore della trasmissione, Bruno Vespa, ha fatto notare che secondo la polizia postale di quel giorno sono scomparse solo alcune immagini. “Non so da dove viene fuori questa notizia – ha risposto Visintin -. Questo non dimostra niente”.
Visintin ha dichiarato che nell’avviso di garanzia emesso nei suoi confronti “c’è scritto che sono l’assassino di Resinovich, che l’ho picchiata, strangolata e ne ho occultato il cadavere” ma “io sono sereno e tranquillo, non ho nulla a che fare con tutto questo”, ha spiegato poi. Convinto, ancora oggi, che “Liliana si sia suicidata”. Continuando a rispondere alle domande di Vespa e di una ospite della puntata, Visintin ha chiesto “che siano fatti ulteriori accertamenti, a 360 gradi, su tutte le persone che in qualche modo sono venute a contatto con Resinovich, non solo su di me”. Poi la richiesta: “Voglio che venga svolta una terza perizia medico-legale che stabilisca la verità, visto che la prima, del professor Kostantinides riporta che Resinovich è morta per suicidio, e la seconda, della professor Cattaneo, che si tratta di omicidio”. Infine, Visintin ha parlato di “errori enormi fatti” come “il corpo della vittima lasciato in obitorio per cinque giorni a temperatura ambiente”.
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