Caso Yara, la difesa di Bossetti avrà accesso al Dna della 13enne e altri reperti

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo quasi sei anni di controversie giudiziarie tra i difensori e le procure, gli avvocati di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, avranno per la prima volta accesso al profilo genetico della 13enne. Lo ha deciso il Tribunale di Bergamo rendendo così esecutivo il provvedimento del 27 novembre 2019 della Corte di assise che autorizzò l’esame dei reperti, dando esecuzione a una sentenza della Cassazione. Oltre al Dna di Yara, la difesa potrà esaminare anche tutti i campioni genetici raccolti (circa 25mila) per arrivare a identificare Ignoto 1, oltre alle foto in alta definizione degli indumenti che indossava la vittima. Un’autorizzazione che, sebbene non dia accesso alle analisi, potrebbe comunque risultare fondamentale in vista dell’eventuale richiesta di revisione del processo.

I reperti, conservati al Ris di Parma e alla Polizia scientifica – Lombardia, potranno essere acquisiti da parte della polizia giudiziaria entro 30 giorni come stabilito nel dispositivo firmato il 17 giugno scorso, dove si specificano le stesse tempistiche anche per l’acquisizione dell’elenco di quanto concesso nell’ambito delle indagini difensive. Tra questi, la “copia del dvd contenente le immagini fotografiche ad alta risoluzione effettuate dal Ris di Parma relative a tutti i reperti dagli stessi analizzati, una copia di tutti i tracciati elettroferografici (la rappresentazione grafica dei dati ricevuti dalla macchina di analisi del Dna) relativi ai campioni di riferimento di Yara Gambirasio, prodotti prima dai carabinieri e poi dai consulenti tecnici Previderé e Grignani e i risultati di tutte le caratterizzazioni genetiche effettuate (campioni di riferimento e tracce), anche in forma anonima, su qualsivoglia supporto, sia esso cartaceo o digitale”. Tutti documenti a lungo negati agli avvocati della difesa e riconosciuti dallo stesso tribunale come “non acquisiti al fascicolo dibattimentale” e aventi “anche il carattere della potenziale novità della prova“.

L’attenzione sarà in gran parte rivolta verso una delle prove considerate più importanti contro Bossetti: gli slip su cui è stata trovata la traccia genetica mista, il Dna della vittima e dell’allora Ignoto 1. Un elemento da sempre al centro delle indagini, e dell’attenzione mediatica, e mai confutato. Marzio Capra, genetista nominato dalla difesa di Bossetti e consulente della famiglia di Chiara Poggi, darà grande rilievo anche ai leggins che Yara Gambirasio indossava il 26 novembre 2010, giorno della scomparsa, o sul giubbotto che aveva nel campo di Chignolo d’Isola dove è stata trovata senza vita tre mesi dopo. Altrettanto rilevante saranno le analisi degli elettroferogrammi che, a dire dei difensori, potrebbe riscrivere il risultato della traccia “31G20” che Bossetti continua a disconoscere. “Ci abbiamo messo sei anni solo per poter iniziare a lavorare sulla carta – dice il difensore Claudio Salvagni all’Adnkronos – ma siamo fiduciosi che da qui si possa ripartire per dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti”.

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Il Fatto Quotidiano

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