Castel d’Azzano, la Procura apre l’ipotesi di strage. Intanto il bilancio sale a tre morti e 25 feriti

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Di Panorama
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Sale a 25 il bilancio dei feriti per la terribile esplosione avvenuta alle 3 di notte di martedì 14 ottobre 2025 durante lo sgombero del casolare a Castel d’Azzano, nel Veronese, che aveva già provocato tre morti tra i Carabinieri.
Il Consiglio dei Ministri ha decretato il lutto nazionale, che già il presidente della Regione Veneto Luca Zaia aveva disposto con tre giorni di lutto regionale: le bandiere saranno esposte a mezz’asta in tutti gli uffici pubblici e nelle scuole.
Una quarta giornata di lutto sarà osservata in occasione dei funerali dei tre militari.

Castel d’Azzano, la Procura apre l’ipotesi di strage. Intanto il bilancio sale a tre morti e 25 feriti
Castel d’Azzano, la Procura apre l’ipotesi di strage. Intanto il bilancio sale a tre morti e 25 feriti
Castel d’Azzano, la Procura apre l’ipotesi di strage. Intanto il bilancio sale a tre morti e 25 feriti

Un boato tremendo e macerie ovunque

Le testimonianze nelle operazioni di soccorso descrivono una scena surreale. Un esponente delle forze dell’ordine ha raccontato di aver sentito un «boato tremendo» seguito da un’onda d’urto, e che «c’era gente che non si rendeva conto di essere ferita, che stava sanguinando, toglievamo le macerie con le mani».

La vita isolata dei fratelli Ramponi

Nel frattempo emergono dettagli sulla situazione abitativa degli occupanti del casolare: Dino, Franco e Maria Luisa Ramponi.
I vicini parlano di isolamento e disagio: i fratelli vivevano lì, dormivano di giorno e lavoravano di notte, utilizzando un faro per accudire le mucche.
«Il cancello era sempre chiuso, stavano per i fatti loro», ha riferito un residente della zona.

L’ipotesi di strage

Le indagini sono ancora in corso, con Dino e Franco Ramponi in arresto dopo una tentata fuga, mentre la sorella Maria Luisa è ricoverata in ospedale: era l’unica dei tre presente dentro la casa e sembra che sia stata lei a dare il via alla deflagrazione, accendendo una delle bombole di gas con un accendino.
I Carabinieri erano a conoscenza del potenziale pericolo e della presenza di bottiglie molotov sul tetto del casolare grazie alle telecamere dei droni, ma, come spiega il comandante provinciale dei Carabinieri Claudio Papagno, «nessuno si aspettava un gesto di tale follia».

Proprio per questo, le autorità competenti valutano l’ipotesi di omicidio premeditato per tutti e tre i fratelli. Il procuratore capo di Verona, Raffaele Tito, ha dichiarato che «non c’è dubbio» sulla volontarietà dell’atto e ha aggiunto che potrebbe configurarsi il reato di strage.

Le autorità locali e regionali continuano a monitorare la situazione, mentre la comunità si prepara tristemente a rendere omaggio ai tre militari caduti.

Autore
Panorama

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