C'è un batterio che mangia la plastica ospedaliera

  • Postato il 2 giugno 2025
  • Di Focus.it
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Un batterio che rappresenta una delle principali cause di infezione nei pazienti ospedalizzati è capace di nutrirsi della plastica ospedaliera e di usarla a proprio vantaggio. Un'abilità molto gradita in alcuni batteri ambientali, quella di saper degradare la plastica, potrebbe rivelarsi deleteria negli ospedali, dove la plastica è usata in dispositivi e medicazioni salvavita.. Lo Pseudomonas aeruginosa, il mangiaplastica. Un gruppo di scienziati della Brunel University di Londra ha ispezionato il genoma di alcuni noti batteri ospedalieri, per capire se presentassero gli stessi enzimi mangia-plastica di certi patogeni diffusi nell'ambiente. Negli ultimi anni sono stati infatti scoperti diversi batteri capaci di degradare la plastica che disperdiamo, grazie a enzimi specializzati. Questi microrganismi potrebbero aiutarci a sviluppare forme più efficienti e sostenibili di riciclo e smaltimento di rifiuti.. I ricercatori hanno scoperto la presenza di un enzima mangia-plastica anche in uno specifico ceppo di Pseudomonas aeruginosa isolato in un paziente ricoverato in ospedale per un'infezione a una ferita. Lo P. aeruginosa è un patogeno attenzionato dall'OMS per la sua capacità di impedire agli antibiotici di penetrare nella sua membrana esterna: implicato in fenomeni di antibiotico-resistenza, nelle persone con difese immunitarie compromesse può provocare infezioni estese, come polmoniti, meningiti e infezioni del sangue. Per queste ragioni è associato a circa 559.000 decessi globali ogni anno.. Scudi di plastica per batteri ospedalieri. Studiando il rapporto tra il super batterio e la plastica in laboratorio, gli scienziati hanno notato che non solo lo P. aeruginosa poteva degradare la plastica. La usava come ingrediente per moltiplicarsi e rafforzare le sue difese. O - se preferite - come ingrediente per cementare la matrice adesiva e protettiva che protegge le aggregazioni di P. aeruginosa (biofilm). In pratica, il batterio stava usando la plastica per rafforzare il suo scudo e creare biofilm più resistenti all'azione degli antibiotici. Includendo la plastica degradata nella "pellicola", il batterio riusciva a creare comunità più estese e più forti.. Il significato della scoperta per le infezioni ospedaliere. Negli ospedali la plastica (inizialmente sterile e usa e getta) si trova ovunque: in guanti, cerotti, suture, cateteri, siringhe, bottiglie, vaschette per alimenti, indumenti. Batteri come lo P. aeruginosa potrebbero sfruttare l'appetito per la plastica per sopravvivere più a lungo in questi ambienti. Anzi, questa abilità potrebbe aver contribuito a rendere il patogeno così ubiquo in ambito ospedaliero.. Lo studio suggerisce che la capacità di questo e altri patogeni di degradare la plastica laddove deve rimanere integra possa costituire un serio rischio per la salute di chi dipende da dispositivi medici di questo materiale. Ma offre anche una soluzione: aggiungere sostanze antimicrobiche alla plastica ospedaliera per limitare la proliferazione di patogeni pericolosi..
Autore
Focus.it

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