Cellulari ai detenuti, perquisizioni anche nel carcere di Rossano

  • Postato il 26 novembre 2025
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Cellulari ai detenuti, perquisizioni anche nel carcere di Rossano

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L’operazione “Smartphone” della Dia di Genova ha portato a perquisizioni nel carcere di Rossano per la consegna di cellulari ai detenuti.


CORIGLIANO ROSSANO – Una vasta e articolata operazione contro l’introduzione e l’uso illecito di telefoni cellulari all’interno degli istituti di pena di alta sicurezza è scattata all’alba di oggi in tutta Italia. In Calabria in particolare si è concentrata sul carcere di Rossano.

All’attività, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova, hanno partecipato la Direzione Investigativa Antimafia e un massiccio dispiegamento della Polizia Penitenziaria, oltre al supporto della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri dei territori interessati.

PERQUISIZIONI PER L’INTRODUZIONE E L’USO DEI CELLULARI IN CARCERE

Le perquisizioni, eseguite simultaneamente nei penitenziari di Fossano, Ivrea, Alessandria, Cuneo, Tolmezzo, Chiavari, La Spezia, Parma, San Gimignano, Lanciano, Rossano e Santa Maria Capua Vetere, riguardano 12 detenuti, mentre sono 31 in totale gli indagati nell’ambito del fascicolo per i reati previsti dagli articoli 391-ter e 648 del Codice penale, aggravati dall’articolo 416-bis.1, ovvero l’indebita introduzione di strumenti idonei a comunicare con l’esterno al fine di agevolare l’attività di organizzazioni mafiose. L’operazione, denominata “Smartphone”, è frutto di un articolato sistema investigativo basato su intercettazioni telefoniche e telematiche, analisi dei tabulati e attività di osservazione.

Gli inquirenti avrebbero documentato l’utilizzo clandestino di oltre 150 telefoni cellulari e 115 schede SIM da parte di detenuti per reati di mafia, prevalentemente appartenenti alla ’ndrangheta, reclusi nel carcere di Genova-Marassi in regime di Alta Sicurezza. Secondo quanto emerso, i dispositivi – molti dei quali di dimensioni estremamente ridotte e difficilmente rilevabili – erano introdotti negli istituti attraverso pacchi postali oppure in occasione dei colloqui familiari, con il coinvolgimento attivo di alcuni parenti, anch’essi indagati. Una volta all’interno, i telefoni circolavano tra le celle, garantendo un flusso continuo di comunicazioni riservate con affiliati esterni o detenuti in altre strutture penitenziarie italiane.

I MESSAGGI ESTERNI IN CARCERE CON I CELLULARI, A ROSSANO DUE DETENUTI INDAGATI

Le cosiddette “ambasciate”, messaggi utili al coordinamento delle attività delle cosche, erano trasmesse nonostante il regime detentivo rafforzato. Questo si presuppone avenisse anche nel carcere di Rossano. Tra gli istituti coinvolti figura anche la Casa circondariale di Rossano, dove gli inquirenti hanno effettuato le perquisizioni previste dal decreto della DDA. Nel penitenziario di Rossano hanno eseguito le perquisizioni gli uomini della DIA di Catanzaro, in applicazione dei decreti firmati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova.

Qui risultano due i detenuti indagati: uno appartenente a un clan della Locride, l’altro comunque riconducibile alla criminalità organizzata calabrese. Nel corso dell’operazione sequestrati diversi apparati telefonici all’interno di altri istituti, già oggetto di approfondimenti tecnici da parte degli investigatori. L’intero procedimento si trova ancora nella fase iniziale delle indagini preliminari. Come previsto dalla legge, tutte le persone coinvolte sono da considerarsi presunte innocenti fino a un’eventuale sentenza definitiva.

L’INCHIESTA E IL COINVOLGIMENTO DELLA CRIMINALITÀ CALABRESI

L’inchiesta “Smartphone”, per estensione e capillarità, rappresenta una delle operazioni più complesse degli ultimi anni nel settore del contrasto alle comunicazioni clandestine in ambito penitenziario, confermando la strategicità del coordinamento tra DIA, DDA, Polizia Penitenziaria e forze dell’ordine territoriali. In questo caso ancora una volta sono prese di mira anche le cosche calabresi, presenti non solo in Calabria ma con diramazioni in tutta la penisola.

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