Cgil: “Con il governo Meloni la pensione anticipata è un miraggio. Il Tfr per raggiungere la soglia non è la soluzione”
- Postato il 17 settembre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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La soglia necessaria per accedere alla pensione anticipata è aumentata rapidamente tra il 2022 e il 2025 e salirà ancora fino al 2030 rendendo l’uscita prima della vecchiaia “un miraggio“. Lo sostiene la Cgil spiegando che l’utilizzo del Tfr per raggiungere la soglia necessaria alla pensione anticipata a 64 anni, età che sarà aumentata nel 2027 con la crescita dell’aspettativa di vita, “non è la soluzione”. In uno studio appena pubblicato il sindacato calcola che la soglia pari quest’anno a tre volte l’assegno sociale (circa 1.616 euro lordi) e che nel 2030 salirà ancora (a 3,2 volte) potrà essere necessario per uscire in anticipo aver maturato 1.811 euro di pensione.
Rispetto al 2022 secondo lo studio ci sarebbe un aumento di oltre 500 euro “a causa – spiega la Cgil – dell’innalzamento delle soglie da parte dell’attuale governo da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale (3,2 nel 2030)” e degli effetti legati all’inflazione. In pratica per raggiungere un aumento di 502 euro dell’assegno pensionistico (da 1.309 euro nel 2022), soglia che sarà necessaria per la pensione anticipata, ci vorrà un montante contributivo aggiuntivo d 128.354 euro che corrispondono a circa 388.953 euro di retribuzioni.
L’uso del Tfr per aumentare il montante per la Cgil non è la soluzione: “Il governo, da quando è in carica, sottolinea la segretaria confederale Lara Ghiglione – ha fatto crescere l’importo soglia per il pensionamento anticipato nel sistema contributivo, oggi prova a spacciare per soluzione un rimedio a un problema che esso stesso ha creato. Il vero nodo – sostiene – è quello della precarietà e dei salari: fissare una soglia così alta significa rendere impossibile l’uscita a 64 anni alla stragrande maggioranza dei lavoratori italiani. Con retribuzioni medie o basse la soglia non è raggiungibile nemmeno dopo 40 anni di contributi”.
“La maggioranza dei lavoratori – spiega Enzo Cigna responsabile dell’ufficio politiche previdenziali – non riesce a raggiungere la soglia: con 8.000 euro annui di retribuzione. Con la retribuzione media del settore privato, pari a 23.700 euro annui, dopo 40 anni la pensione stimata è di 1.496 euro, ben al di sotto della soglia prevista per il 2030″. E mentre si discute sul possibile utilizzo del Tfr e della previdenza integrativa per aumentare il montante contributivo necessario all’uscita anticipata il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon è tornato a proporre il semestre di silenzio assenso per l’adesione alla previdenza integrativa con un sistema “rafforzato” che prevede l’adesione automatica per i neo assunti salvo la possibilità di recesso entro sei mesi. Una ipotesi condivisibile per la Uil ma all’interno di una discussione più ampia sulla previdenza e se si favoriscono nell’automatismo i fondi negoziali.
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