Champions, l’Inter esce imbattuta da Barcellona: Yamal devastante, ma nella ripresa meglio i nerazzurri

  • Postato il 30 aprile 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo gol, occasioni ed emozioni infinite è ancora tutto in equilibrio. L’Inter riesce nell’impresa di uscire imbattuta da Barcellona, con un pirotecnico 3-3, frutto di un doppio vantaggio immediato ma anche e soprattutto di un grande secondo tempo. Lo fa al termine di una partita folle, in cui non è stata mai sotto, e ha messo tutto ciò che richiedeva una semifinale di Champions League: difesa, ovviamente, come tutti si aspettavano ma neanche tanto, perché poi il risultato positivo la squadra di Simone Inzaghi l’ha costruito con altri mezzi, la personalità, i centimetri che hanno fatto la differenza sui calci piazzati, persino il fiato, con un finale in crescendo di cui questa squadra spompata non sembrava più capace. Invece si era solo tenuta tutto dentro per la serata più importante.

Inutile sottolineare le reti di Thuram e Dumfries (addirittura doppietta per l’esterno olandese), i due uomini della provvidenza, che tanto sono mancati in campionato. Ma è difficile ridurre alle individualità un match del genere, che ha vissuto per novanta minuti continuamente sulle montagne russe. Il Barcellona d’altra parte ha confermato le proprie referenze: squadra praticamente incontenibile quando si tratta di attaccare, con il talento sublime di Yamal (Dimarco se lo sognerà la notte), ma anche integralista e per certi versi sprovveduta. Si sapeva che la retroguardia altissima di Flick, costantemente allineata sulla metà campo, avrebbe concesso qualcosa ai nerazzurri, non che la scommessa di Inzaghi di giocare sulle ripartenze avrebbe pagato così tanto, e così presto.

Pronti, via e infatti l’Inter è già in vantaggio, con un colpo di tacco di Thuram: non è solo merito della giocata clamorosa del francese, ma di una trama studiata che manda in porta i nerazzurri dopo soli 30 secondi. Il copione già scritto della vigilia – padroni di casa riversati in avanti col loro possesso palla, ospiti chiusi dietro per provare a ripartire alla prima occasione – viene estremizzato dal vantaggio immediato. Ferran Torres comincia a scaldare il destro, ma l’Inter persevera e addirittura raddoppia al 20’, con una sforbiciata da calcio d’angolo di Dumfries, devastante sulla fascia e anche in mezzo all’area.

Qui il Barcellona ha dimostrato la sua forza, non solo tecnica – non ce n’era bisogno – ma anche mentale, perché il doppio svantaggio avrebbe scalfito tante altre squadre. Non questa, che non fa una piega, continua ad attaccare, a giocare con il suo talento. Quello di Yamal in particolare, che inventa dal nulla, con una serpentina fra tre uomini e un mancino che accarezza il palo, il gol che rimette in partita i suoi e tutto lo stadio di Montjuïc. E sarebbe addirittura più bella l’azione con cui un minuto dopo il Barcellona potrebbe già pareggiare, se Sommer non sfiorasse sulla traversa. Solo questione di tempo. Il 2-2 arriva prima dell’intervallo, con l’unico vero errore della serata dell’Inter: troppo facile la sponda concessa a Raphinha, troppo libero in mezzo all’area Ferràn Torres.

È il momento più cupo per i nerazzurri, perché la velocità di trasmissione stordisce, il pressing feroce asfissia e i nerazzurri spariscono dal campo. Il Barcellona gioca praticamente solo con e su Yamal, che è un fenomeno e poi ha un duello impari con Dimarco, che nonostante l’aiuto costante di Mkhitaryan proprio non riesce a tenerlo (andrà molto meglio, forse non a caso, con Carlos Augusto). L’intervallo è un toccasana. In un solo primo tempo è già successo di tutto, abbastanza per due partite. La buona notizia è che l’Inter è riuscita a segnare due reti su un campo impossibile. La cattiva che nonostante ciò non sia nemmeno in vantaggio. E ha pure perso Lautaro, uscito per infortunio nell’intervallo (al suo posto Taremi).

Ti aspetti il peggio e invece dagli spogliatoi esce un’altra Inter. Il ritmo un po’ si abbassa, evidentemente era troppo forsennato anche per la gioventù del Barcellona. I nerazzurri si trovano molto più a loro agio e cominciano finalmente a fare la loro partita, fatta di costruzione dal basso e continue imbucate che i catalani soffrono terribilmente. L’occasione sprecata da Dimarco col piede sbagliato è il preludio del terzo gol, ancora da calcio d’angolo, ancora con Dumfries. Dura un minuto, letteralmente. Bravo Raphinha a scagliare un tiro terrificante, anche sfortunato Sommer perché la palla gli rimbalza addosso dopo la traversa, di fatto si tratta di autogol.

Ecco forse è il vero rimpianto della serata, molto più del doppio vantaggio nel primo tempo in cui lo strapotere del Barcellona si è manifestato comunque netto, perché senza questo immediato pareggio forse Inzaghi avrebbe potuto centrare anche il colpaccio. A maggior ragione pensando ai millimetri per cui viene annullato il 4-3 di Mkhitaryan, in fuorigioco per la punta di uno scarpino. Il pareggio comunque è il risultato più giusto per una partita che ha detto tutto il contrario di tutto, e non lo schioda nemmeno l’ennesima magia di Yamal, che si stampa sull’incrocio. Finisce 3-3, si deciderà tutto al ritorno. Però a San Siro.

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