Charlie Kirk, "l'uomo bianco": Karen Attiah licenziata in tronco dal "Washington Post"

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Esteri
  • Di Libero Quotidiano
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Charlie Kirk, "l'uomo bianco": Karen Attiah licenziata in tronco dal "Washington Post"

L’aveva scritto nero su bianco: “Ho l’opportunità di eliminare Charlie Kirk, e la coglierò al volo”. Parole agghiaccianti, attribuite a Tyler Robinson, 22 anni, il presunto assassino dell’influencer conservatore. A rivelarle è stato il capo dell’Fbi Kash Patel, intervistato da Fox News.

Il messaggio, definito alternativamente come un “biglietto” o uno “scambio di messaggi di testo”, è stato distrutto dopo l’attentato ma recuperato dagli investigatori. A incastrare Robinson anche il Dna trovato su un cacciavite, un asciugamano e il fucile usato per l’attacco. La famiglia ha confermato: il giovane si era radicalizzato a sinistra.

Sul fronte mediatico, l’omicidio ha già fatto la sua prima vittima: Karen Attiah, firma afro-americana del Washington Post, è stata licenziata per dei post social che criticavano l’America bianca e le armi facili. Pur non esaltando la morte di Kirk, ha spiegato su Substack, la redazione ha ritenuto le sue parole “inaccettabili”. Lei in tutta risposta ha pubblicato una sua foto in posa da "Statua della libertà", con rosa in bocca stile bavaglio e una torcia particolare, una copia del Washington Post in fiamme. "Mi ha licenziato, ma la mia voce non sarà silenziata", promette. Nel suo editoriale, aveva definito Kirk "un uomo bianco che sposa l’odio e la violenza". E sul social Bluesky la 39enne, al WP da 11 anni, aveva scritto: "Parte di ciò che mantiene l’America così violenta è il continuo insistere affinché le persone dimostrino cura, inutile bontà e assoluzione nei confronti degli uomini bianchi che sposano l’odio e la violenza".

 

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Ma il vero orrore emerge dalle chat su Discord, dove il ragazzo avrebbe ironizzato sulla morte di Kirk, parlando di un suo sosia e persino affermando: “In realtà io sono Charlie Kirk, ho inscenato la mia morte per vivere tranquillo in Kansas”. Lo si apprende dalle pagine del New York Times, che ha pubblicato i messaggi condivisi da un coetaneo, protetto dell’anonimato per timore di ritorsioni. Questi aveva conosciuto Robinson al liceo e aveva ancora contatti con lui nella chat di gruppo, anche se non lo vedeva più di persona da diversi anni. In un altro messaggio: “Qualunque cosa tu faccia, non andare da un McDonald’s a breve”, riferendosi a un noto caso di cronaca. Un amico gli scrive “dove sei?”, allegando la foto del killer. Lui risponde: “È il mio sosia che vuole mettermi nei guai”. L’Fbi parla di indagini su legami con ideologie trans e ambienti estremisti

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Libero Quotidiano

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