Charlie Kirk ucciso in un campus nello Utah, Stati Uniti: l’America sotto shock
- Postato il 12 settembre 2025
- Esteri
- Di Paese Italia Press
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SALT LAKE CITY, Utah – Stati Uniti d’America. La sparatoria che ha portato alla morte di Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA e volto noto del movimento conservatore Make America Great Again (MAGA), ha sconvolto l’opinione pubblica americana e internazionale, riaccendendo un acceso dibattito sulla violenza politica e la libertà di espressione.
L’attacco si è verificato nel pomeriggio di martedì 10 settembre 2025, all’interno del campus della University of Utah, situata a Salt Lake City, capitale dello Stato dello Utah, nel cuore dell’ovest americano. Kirk stava partecipando come relatore a un evento pubblico quando è stato colpito da colpi d’arma da fuoco. Le autorità federali e statali hanno confermato che si tratterebbe di un omicidio premeditato con potenziali motivazioni politiche. La notizia ha scatenato una valanga di reazioni sui social media. Hashtag come #FreeSpeech, #SpeechRights, #Censorship e #CancelCulture sono balzati in cima ai trend globali, segnalando una crescente preoccupazione per l’erosione della libertà di espressione negli Stati Uniti.
Kirk, 32 anni, era una figura centrale della destra statunitense e un alleato politico di lunga data del presidente Donald Trump. Le sue posizioni controverse, in particolare su educazione, identità di genere e politiche migratorie, lo avevano reso una figura molto discussa ma estremamente influente nell’area conservatrice.
L’ex presidente Joe Biden ha espresso “profondo dolore” per la morte di Kirk, definendo l’attacco “un crimine contro la democrazia americana”. Ha poi aggiunto che “la libertà di parola non può mai essere messa a tacere dalla violenza”.
Il presidente Donald J. Trump, e stretto alleato di Kirk, ha reagito duramente: “L’omicidio di Charlie è un atto barbaro. Deve servire come monito: la sicurezza dei nostri leader è fondamentale, e dobbiamo fermare l’ondata di radicalizzazione che minaccia l’unità della nostra nazione”. Tuttavia, le parole di Trump, seppur dure, sono già oggetto di polemica, con alcuni osservatori che le interpretano come potenzialmente divisive in un momento delicato per la nazione.
In un Paese dove dove gli episodi di violenza politica si moltiplicano, la morte di Charlie Kirk rappresenta un punto di non ritorno. L’attacco è avvenuto all’interno di un’università pubblica, in una città moderata come Salt Lake City, colpendo un leader attivo e profondamente influente.
Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti sono stati teatro di altri episodi simili. A giugno, l’ex presidente della Camera del Minnesota, Melissa Hortman, e suo marito, sono stati assassinati nella loro abitazione. Il 14 luglio 2024 lo stesso Trump era rimasto ferito a un orecchio durante un comizio in Pennsylvania.
Questi eventi, pur provenendo da fronti politici opposti, indicano un trend comune. La crescente radicalizzazione politica, un clima di odio alimentato online e una fragilità istituzionale che preoccupa analisti e cittadini. L’omicidio di Charlie Kirk ha acceso i riflettori sul rischio reale che la violenza politica possa replicarsi in una democrazia occidentale. In un momento storico di forte polarizzazione, l’America è chiamata ad affrontare la crisi con responsabilità bipartisan, o lasciarsi trascinare in una spirale pericolosa da cui potrebbe essere difficile uscire.
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