Chat dei ministri Ue, la trasparenza è azzerata. Kallas: “Scambi informali”. L’esperto: “Opacità alimenta sospetti”
- Postato il 3 luglio 2025
- Zonaeuro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Kaja Kallas e i ministri degli esteri Ue di spicco comunicano in una chat segreta su Signal. Potenzialmente, la piattaforma privata può svolgere un ruolo di coordinamento sui dossier più sensibili, ad esempio la guerra in Ucraina o in Medio Oriente. Il precedente è la trattativa via sms, tra von der Leyen il ceo di Pfizer Albert Bourla, sul prezzo dei vaccini durante la pandemia: messaggi avvolti nella nebbia. Come i contenuti del gruppo amministrato da Kaja Kallas: top secret.
L’Interrogazione e la risposta reticente dell’Alta rappresentante – Dopo l’articolo del Fatto.it sull’opacità delle comunicazioni istituzionali in chat, a fine aprile l’europarlamentare Danilo Della Valle (M5s) ha depositato un’interrogazione per l’Alta rappresentante Ue. Ma la risposta, giunta ieri, è stringata e reticente, perché tace sulle norme per conservare i messaggi e pubblicarli, nel caso di una richiesta di accesso con tutti i crismi. Senza regole chiare, cosa resta della trasparenza?
Kallas – nella sua risposta – ha confermato l’uso di app di messaggistica, ma solo in “casi eccezionali”, quando “non è possibile ricorrere a soluzioni istituzionali”. Nel caso di Signal “dovrebbero essere condivise e discusse solo informazioni non riservate”. “Dovrebbero”: il condizionale è rivelatorio. Infatti è impossibile verificare il contenuto dei messaggi.
La richiesta d’accesso alla chat bocciata (e il ricorso alla Corte Ue) – Il giornalista Alexander Fanta, della testata Follow the money, ha avanzato una richiesta di accesso al Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Bocciata: “Non divulgare le comunicazioni informali tra i Ministri degli Affari Esteri dell’Ue e l’Alto Rappresentante – argomentano i funzionari Ue per giustificare ill diniego – è essenziale per preservare la fiducia, la credibilità e l’efficacia centrali per gli sforzi diplomatici dell’Ue”. Contro il rifiuto, Follow the money ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia europea. Come il New York Times dopo il diniego all’accesso dei messaggi tra von der Leyen e Bourla. Con la sentenza del 14 maggio, i giudici di Bruxelles hanno dato ragione al giornale Usa. Per la chat di Kallas, si vedrà.
“Solo comunicazioni informali”: ma è inverificabile – Giova ricordare i due gruppi Signal con il segretario alla Difesa Usa Peter Hegseth, dove viaggiavano informazioni sugli attacchi in Yemen contro gli Houthi. Hegseth ha quasi rischiato il posto: in uno dei gruppi era finito il giornalista Jeffrey Goldberg. Nella chat di Kallas, nessun intruso. Ma neppure trasparenza. Il Seae e Kallas garantiscono che si tratta solo di comunicazioni informali, ad esempio per la preparazione degli incontri ufficiali. Ma è un atto di fede inverificabile.
Eppure il distinguo è decisivo: per gli scambi ufficiosi non è previsto il diritto all’accesso da parte dei cittadini e neppure la conservazione; per i documenti invece sì. Lo stabilisce il regolamento n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001. Il Seae riconosce la qualifica di “documento” ai contenuti della chat su Signal, nella risposta ufficiale a Follow the money: “Identificato il (…) documento”, si legge nelle mail. Ma i documenti devono essere sempre accessibili al pubblico, in base al regolamento del 2001. Non a caso, la Commissione Ue ha giustificato l’opacità sugli sms con Bourla sostenendo che non si trattasse di documenti, solo contenuti informali, e in ogni caso erano irreperibili.
L’esperto: “Troppa opacità, poche regole” – Uno schema ripetibile, valido anche per la chat di Kallas, con una differenza: i contenuti, a giudicare dalle parole del Seae, pare siano stati archiviati. Ma senza l’accesso, certezze non ve ne sono. Resta il dubbio: “Perché usare le chat private, ad esempio Signal, al posto dei canali ufficiali come le mail istituzionali?”, chiede Giovanni Mario Riccio, professore di diritto comparato all’Università di Salerno ed ex consulente della Commissione Ue.
L’esperto elenca una lista di funzionalità di Signal e altre piattaforme: la cancellazione delle conversazioni, i messaggi a tempo che svaniscono in un amen, sistemi crittografici difficili da espugnare perfino per le forze dell’ordine. “Se la magistratura avviasse un’indagine e rivendicando l’accesso a quei contenuti, potrebbe essere un problema”, dice il professore. “Possiamo tollerare l’uso di un mezzo opaco da parte dei politici, senza regole chiare per la trasparenza? I docenti univesitari, per le comunicazioni informali con gli studenti, in genere usano sempre la mail istituzionali, tracciabili, non le chat. Perché i politici europei non possono fare lo stesso? Senza trasparenza si alimenta il sospetto”. Il dubbio serpeggia: le chat sono il rifugio della ragione di Stato, dove nascondere le discussione sulle scelte più impopolari?
L’escamotage contro la trasparenza. M5s: “Valutazione terza e imparziale sui messaggi” – Per cancellare i sospetti, il pentastellato Danilo Della Valle propone “un organismo terzo e imparziale” per “valutare il contenuto delle informazioni scambiate su Signal. Così funziona in una democrazia matura. Sempre che la Kallas non segua l’esempio della Von der Leyen con l’ad di Pfizer e cancelli i messaggi”.
L’escamotage pare chiaro: rendere irreperibile un messaggio e sostenerne l’irrilevanza. Nessuno potrà smentire. Lo schema già sperimentato da von der Leyen sul Pfizergate, malgrado la Corte Ue le abbia dato torto. Tuttavia, i giudici hanno solo intimato alla Commissione di “fornire spiegazioni credibili” sul “perché tali documenti non siano reperibili”. Dunque, nessun obbligo di trasparenza è imposto sulle comunicazioni in chat, neppure dalla Corte Ue. Basta una solida argomentazione a giustificare l’irreperibilità del messaggio, per mantenere il segreto.
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