Chef Rubio perquisito dall’antiterrorismo per i post contro Israele sui social. Sequestrati tutti i dispositivi elettronici
- Postato il 22 luglio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Nella mattina del 17 luglio, intorno alle 7, la Digos – Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali della Questura di Roma – ha effettuato una perquisizione presso l’abitazione di Gabriele Rubini, noto al pubblico come Chef Rubio, nella zona dei Castelli Romani. L’intervento, disposto dall’autorità giudiziaria, si è concluso con il sequestro di tutti i dispositivi elettronici in possesso dell’ex chef e conduttore televisivo, compresi computer, smartphone e chiavette USB.
A riferire la notizia sui social è stato l’attivista Alberto Fazolo, amico e collaboratore di Rubio, pubblicando anche la foto del verbale rilasciato dalla Questura. Secondo quanto raccontato da Fazolo, dopo la perquisizione, Rubio è stato portato presso il commissariato di Frascati, dove è stato trattenuto per oltre 12 ore, fino alle 19:50 dello stesso giorno. L’indagine sembrerebbe collegata ad alcuni post pubblicati dallo stesso Rubini sul suo profilo X, nei quali criticava duramente le autorità israeliane.
Post controversi e accuse di incitamento
Nel dettaglio, l’attenzione degli inquirenti si sarebbe focalizzata su due post in particolare, risalenti al 21 e 22 maggio. In uno di essi, Rubio aveva scritto: “Morte ai diplomatici complici del genocidio in atto da 77 anni, morte agli invasori e a chi li finanzia, morte al colonialismo, suprematismo, razzismo e odio antimusulmano. Morte quindi al sionismo e alla colonia ebraica. Lunga vita alla Palestina e ai nativi semiti palestinesi”.
Nel secondo post, pubblicato poco dopo un attentato a Washington che aveva coinvolto alcuni diplomatici israeliani, lo chef si chiedeva: “Che differenza c’è tra un impiegato dell’ambasciata della colonia ebraica e un soldato suprematista ebraico che massacra i palestinesi per il loro solo esistere e resistere?”. Dichiarazioni che hanno acceso un faro investigativo, con l’obiettivo di verificare eventuali violazioni delle normative legate all’incitamento all’odio o apologia di reato.
Nessun arresto, ma Rubio resta isolato
Nonostante il sequestro dei dispositivi e la lunga permanenza presso il commissariato, Gabriele Rubini non è stato formalmente arrestato. Tuttavia, secondo Fazolo, l’ex chef si trova attualmente impossibilitato a comunicare con il mondo esterno: senza accesso ai propri strumenti elettronici, account social, chat private o archivi cloud, risulta momentaneamente isolato.
Fazolo ha spiegato che Rubini “sta bene” e che ha voluto rassicurare chi lo segue, ribadendo la propria determinazione a proseguire nella sua attività di denuncia. “Gabriele è da anni perseguitato per la sua posizione a difesa del popolo palestinese”, ha dichiarato l’attivista, aggiungendo parole di sostegno e solidarietà: “Non si farà intimidire, continuerà la lotta con sempre maggiore consapevolezza. A lui, e a tutte le vittime di repressione, va la nostra solidarietà”.
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