“Chi deve morire prima per l’eredità?”: il piano diabolico di Nathan Carman per uccidere il nonno e la mamma e diventare milionario
- Postato il 26 novembre 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Chi deve morire prima tra mio nonno e mia madre affinché io possa ereditare i soldi?”. È la domanda inquietante che Nathan Carman aveva inviato, prima della morte di entrambi, all’avvocato che gestiva il patrimonio di famiglia. Una richiesta che, per la Procura, si è trasformata nella prova schiacciante di un piano diabolico a lungo termine e ben calcolato, orchestrato per assicurarsi l’eredità del nonno, stimata in quasi 30 milioni di dollari. Una storia incredibile quella di Carman, ricostruita ora nel documentario Netflix “Il mistero della famiglia Carman” e conclusasi in modo tragico: il giovane si è suicidato in carcere a 29 anni, due mesi prima che si celebrasse il processo per l’omicidio della madre.
A Nathan Carman, cresciuto in Connecticut, fu diagnosticata a 5 anni la sindrome di Asperger: il nonno, John Chakalos, ricco imprenditore immobiliare, divenne il suo tutore, pagandogli gli studi e un appartamento, pur osteggiando le terapie a cui Nathan era sottoposto, un atteggiamento scaturito dal trauma subito dalla sorella dell’uomo in gioventù. Durante l’adolescenza, Nathan fu ricoverato più volte in psichiatria a causa di alcune crisi scaturite dalla morte del suo cavallo, un lutto che lo portò ad un grave isolamento. Uscito dall’ospedale, si rifiutò di vivere con la madre, Linda, che vedeva come colei che voleva rinchiuderlo.
Nel 2013, la prima tragedia: suo nonno John Chakalos viene trovato morto nel suo letto, ucciso da un colpo d’arma da fuoco alla testa. I frammenti del proiettile erano compatibili con un fucile Sig Sauer, che Nathan aveva acquistato poco prima sostenendo che gli servisse per sentirsi più sicuro. L’arma non fu mai ritrovata, e per anni il caso è rimasto ufficialmente irrisolto. Tre anni dopo, nel 2016, avvenne il secondo, fatale incidente: Nathan esce in barca con la madre, Linda. La barca affonda “improvvisamente”. Nathan viene ritrovato otto giorni dopo da una nave mercantile su una zattera gonfiabile, mentre sua madre Linda, il cui corpo non verrà mai ritrovato, venne dichiarata legalmente morta solo nel 2023.
Peccato però che quella che fu presentata come una “straordinaria storia di sopravvivenza” si rivelò presto piena di incongruenze: Nathan non presentava segni di disidratazione; la compagnia assicurativa scoprì che aveva manomesso la barca prima di uscire con la madre e la Guardia Costiera stabilì che le correnti avrebbero dovuto spingere la zattera verso Ovest, non verso Est come aveva raccontato lui. Inoltre, la polizia trovò nella sua auto un appunto con la frase: “Perché sono così riluttante a collaborare con la polizia?”.
L’Fbi aprì un’indagine e la compagnia assicurativa fece causa a Nathan per il risarcimento della barca e vinse, con il giudice che stabilì che era stato il ragazzo a effettuare riparazioni difettose all’imbarcazione, causando l’affondamento. Dopo sei anni di indagini meticolose, Nathan fu formalmente accusato di omicidio della madre, con l’ipotesi di un piano ben calcolato: avrebbe ucciso Linda e poi manomesso la barca per inscenare l’incidente. Il processo per omicidio era fissato per l’ottobre 2023. Tuttavia, il 15 giugno 2023, due mesi prima dell’udienza, Nathan Carman si suicidò in carcere, impiccandosi con i suoi lacci delle scarpe. Con la sua morte, tutte le accuse penali a suo carico sono cadute. Il caso del nonno rimane ancora ufficialmente irrisolto.
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