“Chi è Alberto Paleari?”: la storia del portiere che all’alba dei 33 anni è tra i personaggi più cercati su Google
- Postato il 9 novembre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ci sono alcuni punti chiave che hanno portato Alberto Paleari a essere tra i personaggi più cercati su Google dopo il derby di Torino. Prima di tutto, le parate. Ma è quasi pleonastico dirlo. Poi, quella sua incredibile mediaticità che l’ha contraddistinto appena il derby, finito 0-0, è terminato. Vedere il video in coda all’articolo, per credere.
Nella parolaccia finale c’è tutta l’essenza, tutta la spontaneità di chi non pensava di diventare protagonista all’alba dei 33 anni. Ma protagonista lo è diventato eccome. Da 4 partite, complice l’infortunio di Israel, Paleari è diventato titolare. E la vera notizia è che al rientro dalla sosta per le nazionali, titolare dovrebbe continuare a esserlo. Un sogno, per chi, dopo essere cresciuto nelle giovanili del Milan, ha girato tanto tra Serie B e Serie C (Benevento e Cittadella, soprattutto) e chi la Serie A l’ha sfiorata con il Genoa. Squadra in cui c’è da raccontare una piccola curiosità, ma si tornerà poco più avanti.
Paleari a Torino sta vivendo un sogno inaspettato. Che forse, con Baroni, ci si sarebbe potuti aspettare: l’anno scorso, alla Lazio, l’allenatore fece discutere (e venne poi applaudito) per la gestione di Provedel e Mandas, con il primo che da titolare fisso venne alternato al secondo, il quale chiuse la stagione di fatto come prima scelta. Ma alla fine, l’allenatore è stato chiaro: “Titolari non esistono”, ha detto (e ridetto) in queste settimane. “Paleari si sta meritando il posto e ha sfruttato molto bene le sue occasioni. Permetterà a Israel di recuperare con calma”. E in effetti i numeri sono dalla sua: 3 gol in 4 partite (1 contro il Genoa, 2 contro il Pisa, ma nessuno per sua responsabilità diretta) e almeno 4 parate miracolose tra l’incontro vinto con il Napoli e quello pareggiato proprio con la Juventus. Non solo, le statistiche di Soccerment hanno rilevato come nei recuperi sia particolarmente efficace: 6.75 a partita, è nella top ten in Serie A.
“Anche se gioco poco, mi sento un leader della squadra”, ha detto lui di recente. Mostrando una sicurezza fuori dal comune. La stessa sicurezza che si vede in campo, soprattutto nell’area piccola (le sue uscite sono parte integrante degli highlights delle gare), che permette alla difesa di stare tranquilla e ai tifosi di esultare per ogni sua parata. Ci ha lavorato molto negli anni, sapendo aspettare la chiamata giusta al momento giusto.
Pensando, intanto, a come emergere anche al di fuori dal campo. Ha studiato, Paleari, e si è laureato in Scienze Motorie, vincendo anche le Universiadi di calcio nel 2015 con la Nazionale universitaria. E ha provato anche a esplorare nuovi mondi, aprendosi un canale YouTube (ora, va detto, un po’ fermo) in cui racconta la sua vita da portiere, tra allenamenti e sfide particolari. A Torino è arrivato la scorsa stagione, insieme con Antonio Donnarumma: il fratello di Gigio era il terzo portiere, lui il secondo alle spalle di Milinkovic-Savic. Quest’anno, Donnarumma è andato alla Salernitana, Milinkovic al Napoli. Paleari è rimasto, inizialmente per fare da vice a Israel. Ora, si vedrà.
Post scriptum. Il lettore attento, si chiederà: “Ma quindi il Genoa cosa c’entra?”. Incroci del destino, situazioni curiose. A Genoa, nel 2020, il portiere ha avuto l’occasione di esordire in Serie A, prima di passare al Benevento dove avrebbe giocato prima in B, poi in C. A Genoa, quest’anno, c’è titolare Nicola Leali. Che dopo Cesena e Brescia di quasi 10 anni fa, in A praticamente un’occasione non l’ha mai più avuta. È stato bravo, nella stagione scorsa, a sfruttare qualche errore di troppo di Gollini per prendersi quella porta che non avrebbe più lasciato. Con merito. È la dimostrazione che il secondo portiere può diventare anche primo. Non basta solo crederci. Ma bisogna anche crederci. E Paleari non ha mai smesso di farlo.
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