Chi è Gian Maria Mossa, “persona chiave nel progetto” Mediobanca-Banca Generali

  • Postato il 2 maggio 2025
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  • Di Forbes Italia
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“Abbiamo annunciato l’operazione e ho fatto una telefonata a Gian Maria Mossa per ribadirgli la mia stima. Gian Maria è una persona chiave nel nostro progetto”. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, dopo l’annuncio dell’Ops su Banca Generali.

Mossa è il manager che guida Banca Generali dal marzo 2017. Otto nei quali le masse in gestione della società sono salite da 25 a 103,8 miliardi di euro e nei quali il Financial Times ha indicato per sei volte Banca Generali come migliore private bank italiana.

Chi è Gian Maria Mossa

Mossa, 50 anni, laurea alla Statale di Milano Bicocca, ha cominciato la sua carriera in Ras – compagnia assicurativa che nel 2007 è confluita nel gruppo Allianz -, per poi passare in Fideuram, dove è arrivato alla direzione commerciale e marketing. È in Banca Generali dal 2013, quando fu chiamato a ricoprire il ruolo di joint general manager dall’amministratore delegato dell’epoca, Piermario Motta.

Ai suoi primi anni in Banca Generali risalgono alcune delle mosse più importanti per l’ascesa della società nel mondo del private banking. Due tra le tante: la riorganizzazione della divisione, con servizi e soluzioni personalizzate e la scelta di puntare sulla fascia alta di mercato, e l’introduzione di una piattaforma proprietaria di consulenza patrimoniale, Bg Personal Advisory, pensata per dialogare con i clienti non solo sul portafoglio finanziario, ma anche su proprietà immobiliari, patrimonio d’impresa, successione, asset dell’arte.

Dopo un anno da general manager, nel 2017 Mossa è diventato amministratore delegato.

L’ascesa di Banca Generali

Sotto la gestione di Mossa, Banca Generali è salita dal 14esimo al terzo posto in Italia nel mondo del private banking. Con 71 miliardi di masse in gestione di clienti con risparmi sopra i 500mila euro, è alle spalle delle sole Intesa Sanpaolo (251,4 miliardi) e UniCredit (147,2 miliardi). Tra le sue operazioni più recenti c’è stato l’acquisto di Intermonte. “Per la prima volta nella storia una struttura di wealth management acquisisce una banca di investimento”, ha commentato nell’occasione Mossa.

In un’intervista di due anni fa al Corriere della Sera, l’ad ha detto di avere sempre avuto “molta attenzione a remunerare gli azionisti e alla sostenibilità” e di voler “amplificare la portata della figura del consulente finanziario in Italia”. Nella stessa intervista parlò degli abboccamenti passati con Mediobanca. “Credo noi si sia l’unico vero pure player dedicato al mondo del wealth management”, disse. “Questo è il motivo per cui c’è stato grande interesse su di noi e mi stupirei del contrario. Credo poi sia un comportamento intelligente guardare in modo costruttivo a qualsiasi operazione che crei valore”.

L’opa

In caso di fusione tra le reti di Banca Generali e Mediobanca, la somma degli organici sarebbe di 3.564 consulenti, terza in Italia dopo Fideuram e Mediolanum (Banca Generali, peraltro, è la rete più grande tra le due). Nella stessa conferenza stampa in cui ha sottolineato la centralità di Mossa, Nagel ha sottolineato che Mediobanca guardava a Banca Generali “da cinque anni almeno” e ha precisato che la logica sarà quella del ‘one brand, one culture’. Segno che, in futuro, la consulenza andrebbe a finire sotto il marchio Mediobanca.

L’articolo Chi è Gian Maria Mossa, “persona chiave nel progetto” Mediobanca-Banca Generali è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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