Chi è Jacob Elordi, il bello di Hollywood che diventa la mostruosa creatura di Frankenstein

  • Postato il 2 agosto 2025
  • Di Panorama
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Guillermo del Toro approda alla Mostra del Cinema di Venezia con un’opera che sfiora l’autobiografia. Frankenstein, adattamento del celebre romanzo di Mary Shelley, è per il regista messicano un ritorno alle origini della sua immaginazione. Dopo l’Oscar per La forma dell’acqua, del Toro affronta il mito dei miti: quello del Moderno Prometeo.

«Mary Shelley, Bernie Wrightson e Boris Karloff sono importanti per me quanto mio padre e mia madre. Hanno dato vita a ciò che sono, punto», ha dichiarato il regista, aggiungendo: «Questo film rappresenta, per me, il culmine di un percorso che ha occupato gran parte della mia vita… È diventato così parte di me che ormai è una biografia».

Chi è Jacob Elordi, il bello di Hollywood che diventa la mostruosa creatura di Frankenstein
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Chi è Jacob Elordi, il bello di Hollywood che diventa la mostruosa creatura di Frankenstein

La creatura ha il volto (e il corpo) di Jacob Elordi

Nei panni della Creatura, del Toro ha scelto Jacob Elordi, attore australiano che negli ultimi anni ha conquistato Hollywood tra serie cult (Euphoria) e cinema d’autore (Saltburn, Priscilla). Un volto magnetico e una statura imponente — un metro e 95 — che si sono rivelati perfetti per dare forma a un Mostro tanto tragico quanto inquieto. «Jacob si è rivelato l’attore perfetto per il ruolo della Creatura e con cui ho avuto un’intesa davvero incredibile», ha raccontato del Toro. «Mi è bastato dirgli poche cose e lui ha capito e le ha fatte. Gli abbiamo dato la parte e avevamo solo 9 settimane per mettere a punto il suo look. Impossibile essere più sotto pressione di così». 

«Incontrare Jacob è stato un segno del destino, tant’è che ho pensato: forse ha bisogno più di me di questa esperienza. È stato molto bello accorgersi della grande gioia che ha provato a fare questo lavoro» ha proseguito il regista.

Anche il make-up artist Mike Hill, già collaboratore fidato del regista, ha sottolineato la straordinaria versatilità fisica dell’attore: «Mi piacevano i suoi polsi e il fatto che fosse allampanato. Era molto flessibile e c’erano dei momenti in cui era estremamente cupo e ti lanciava uno sguardo veloce quasi socchiudendo gli occhi e mostrando le sue lunghe ciglia alla Boris Karloff. Mi sono detto che nessun altro aveva una simile fisicità. Aveva l’aria innocente, che contrastava con il suo metro e 95 di altezza. Avrebbe potuto fare danni irreparabili se davvero avesse voluto comportarsi da cattivo».

1815–2025: due secoli e un decennio di immortalità

L’uscita del film cade in una ricorrenza simbolica: nel 1815, Mary Shelley concepisce per la prima volta il seme di Frankenstein, scrivendo una storia «che facesse davvero paura», come raccontò lei stessa, nella famosa notte a Villa Diodati, sulle rive del lago di Ginevra. Due secoli e un decennio dopo, la Creatura continua a interrogarci: cos’è l’umano? Dove finisce la scienza e dove comincia la responsabilità? Del Toro, con la sua sensibilità barocca e umanista, promette un’opera che non si limita a rivisitare il mito, ma lo reinterpreta come parabola contemporanea sul desiderio di amore, il rifiuto e la colpa

Autore
Panorama

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