Chi è Rebecca Baglini, la stylist delle celebrità che oggi firma progetti di immagine

  • Postato il 20 giugno 2025
  • Lifestyle
  • Di Forbes Italia
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Contenuto tratto dal numero di giugno 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Rebecca Baglini, celebrity stylist, è una delle voci più originali nel panorama creativo italiano. Negli anni ha firmato i look di artisti come Guè, Marracash, Marco Mengoni, Malika Ayane, Shablo, Alessandro Cattelan, Stefano De Martino, Mattia Stanga e Pilar Fogliati, secondo una visione in cui moda e arte si intrecciano. Oggi ha anche un ruolo da creative director e guida progetti che uniscono styling, fotografia, branding e identità visiva. In questa intervista racconta il suo percorso, l’evoluzione del suo ruolo e il significato della moda come linguaggio di espressione personale e collettiva.

La sua carriera è iniziata come stylist, ma oggi il suo ruolo va oltre: cosa significa per lei fare direzione creativa?

Lo styling prende forma quando la lettura dell’immagine da parte dei professionisti coinvolti è coordinata. Passare alla direzione creativa è stata una scelta, ma anche un’evoluzione naturale. La direzione creativa all’interno del ruolo di stylist è tutto: significa avere una visione a 360 gradi sull’identità visiva di un progetto, non limitarsi all’outfit, ma contribuire a definire il messaggio attraverso ogni dettaglio: trucco, fotografia, post-produzione, comunicazione, styling, immagine finale. Dopo anni di esperienza e avendo costruito un network di valore, ho capito che la direzione creativa è il punto in cui si incontrano conoscenza tecnica, sensibilità estetica e visione. È il momento in cui non costruisci solo un look, ma una narrazione coerente.

Ha lavorato con oltre 60 artisti. Come riesce a creare un’immagine autentica per personalità così diverse?

Amo lavorare con artisti diversi per ambiti, forme d’arte, fisicità. La moda non deve essere elitaria: deve raccontare, includere, interpretare. Credo che il vero potere della moda sia la capacità di essere democratica, di adattarsi e valorizzare la persona e il talento. L’arte non sceglie in quale corpo incarnarsi, cresce dove trova terreno fertile, indipendentemente da taglia, stile o codici estetici. Il mio lavoro è fare in modo che l’immagine dell’artista sia sempre specchio della sua verità, mai una maschera.

Il suo lavoro include la creazione di sinergie tra brand e artisti. Ci racconti un esempio.

Amo gli ossimori. Mi piace mettere in dialogo artisti e brand che, all’apparenza, sembrano distanti, perché spesso da questi contrasti nascono idee iconiche. Altre volte il nostro ruolo è più consulenziale: aiutiamo gli artisti a scegliere i brand che meglio li rappresentano, non solo per vestibilità, ma anche per coerenza emotiva e valoriale. Un esempio è il look di Dargen D’Amico a Sanremo 2024: ho fatto realizzare per lui un abito di Moschino, ispirato a un archivio del 1988, decorato con orsetti. Un abito che, all’apparenza, sembrava giocoso, ma che in realtà era un riferimento al brano Onda Alta, una denuncia contro la guerra e le sue vittime più fragili, i bambini. L’outfit diventava così veicolo di un messaggio potente, costruito su una triangolazione tra costume, testo musicale e palco. Ed è questo che mi affascina: usare il linguaggio della moda per dire qualcosa che va oltre l’apparenza.

Quanto incide il coordinamento tra le varie attività per riuscire a offrire un servizio completo e personalizzato?

Spesso si vede solo il risultato finale, ma ciò che lo rende possibile è un lavoro quotidiano, strutturato e condiviso con un team di professionisti di cui mi fido profondamente. Ogni progetto è seguito da un head of project che lavora in stretta sinergia con me, con una supervisione costante su ogni fase, dalla ricerca iniziale alla consegna finale. È un processo che parte sempre dallo studio, dall’ascolto dell’artista e da un’attenta ricerca visiva. Ogni progetto è unico, ma il metodo con cui lo affrontiamo è il frutto di anni di esperienza, affinato nel tempo. È una struttura dinamica, che evolve con i progetti e che in futuro vorrei trasmettere anche a nuovi talenti, condividendone i principi e l’approccio.

Può darci qualche anticipazione sui nuovi progetti?

La direzione creativa, così come tutte le attività che gestiamo, si sviluppa principalmente nello styling, e ritengo sia sempre più necessaria, vista la moltitudine di situazioni che l’artista e i brand devono affrontare. La mia oggi è una realtà strutturata, in continua evoluzione. L’obiettivo per i prossimi anni è consolidare e ampliare questo percorso, continuando a offrire servizi sempre più completi e affrontare nuove sfide creative. In parallelo, mi piacerebbe dare vita a un’accademia. Vorrei affiancare nuovi talenti e offrire formazione ai giovani che desiderano intraprendere questo percorso. Un percorso che richiede passione, ambizione ed entusiasmo, ma anche grande dedizione e spirito critico.

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L’articolo Chi è Rebecca Baglini, la stylist delle celebrità che oggi firma progetti di immagine è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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