Chi erano gli Elon Musk dell'antica Roma?

  • Postato il 13 giugno 2025
  • Di Focus.it
  • 3 Visualizzazioni
La ricchezza nell'antica Roma era considerata la chiave della felicità. I motivi? Possedere cumuli di sesterzi permetteva di vivere tra tutti gli agi, di avere una vita erotico-sentimentale più interessante e soprattutto di essere rispettati e invidiati. E onore e ammirazione altrui, a Roma, erano un importante ingrediente della felicità. Non importava se poi, per avere tutto questo, si commettevano prepotenze e abusi e si calpestavano virtù celebrate dai filosofi come la solidarietà, la giustizia, la moderazione.. patrimonio invidiabile Lo storico inglese John Kampfner ha cercato di stabilire dei paralleli tra l'età antica e la nostra. «Se prendiamo come criterio di misurazione della ricchezza la manodopera a libro paga, il dato per Marco Licinio Crasso (II-I secolo a.C.) sarebbe di 32mila "dipendenti" Romani a fronte, per esempio, dei 75mila americani di Bill Gates all'uscita dall'azienda nel 2006», spiega. La cifra è stata ricavata tenendo presente la proporzione tra la popolazione dell'impero alla morte di Augusto (nel 14 d.C.), che era di circa 46 milioni di abitanti e quella degli Stati Uniti di oggi, circa 340 milioni.. Speculatore. Ma come poté Crasso accumulare la sua straordinaria fortuna, che si aggirava intorno ai 192 milioni di sesterzi (pari a oltre 1 miliardo di euro) e che gli assicurò l'invidia di tutti i Romani? Non solo con spirito di intraprendenza, ma anche con la sopraffazione. Se i sesterzi davano la felicità, ogni mezzo era lecito per accumularne. Il disinvolto Crasso aiutò infatti Silla a sconfiggere Mario nell'82 a.C. e approfittò poi senza ritegno delle proscrizioni indette dal nuovo padrone di Roma: si accaparrò terre e ville di chi si era schierato con la parte sconfitta e diversificò gli investimenti. Acquistò infatti miniere d'argento in Spagna, vasti latifondi in campagna e case in città. Sfruttò la piaga degli incendi urbani trasformando in pompieri squadre di suoi schiavi: le abitazioni distrutte dal fuoco venivano da lui rilevate a prezzi stracciati, sistemate alla meglio e date in affitto. Con enormi guadagni per i suoi forzieri.. Scorciatoia politica. L'altro modo di assicurarsi un posto al sole nella società romana era intraprendere la carriera politica: Crasso finanziò un esercito per stroncare la rivolta degli schiavi capeggiata da Spartaco e fu così eletto console. Poi sponsorizzò l'ascesa del giovane Cesare e, con lui e Pompeo, formò il primo triumvirato. La fine di questa storia sembra confermare però che il denaro non dà la felicità. O almeno non garantisce sempre una vecchiaia serena. Quando Crasso volle rivaleggiare con i suoi colleghi sul campo, combattendo in Oriente contro i Parti, fu sconfitto e ucciso a Carre: gli colarono in gola oro fuso. Lo riporta lo storico Dione Cassio e non sappiamo quanto ciò sia vero. Ma il fatto che lo storico latino lo abbia scritto dimostra che i sesterzi davano sì agi e rispetto, ma soltanto se non si esagerava.. Ascensore sociale. Ma la gente comune in che cosa cercava la felicità? In primo luogo nella libertà: conquistare, grazie al favore del proprio padrone o comprandola, la condizione di libero permetteva poi di tentare la sorte nella società. Tanto le città romane erano sistemi "a democrazia limitata" in cui le occasioni di fare fortuna erano infatti riservate a chi era cittadino libero. Anche se la ricchezza era nelle mani di pochissimi, vivere in uno Sato potente aumentava le probabilità di ottenere benessere materiale per chi era fuori dalla stanza dei bottoni. Ma da dove proveniva la ricchezza di uno Stato nell'antichità? Anzitutto dalla terra e dalle sue risorse agricole, le cui eccedenze venivano rivendute, dalle province conquistate, dallo sfruttamento delle miniere e dalla circolazione della moneta. Ma il motore dell'economia antica fu la guerra: entrare a far parte dell'esercito romano era la strada più veloce per raggiungere velocemente la ricchezza..
Autore
Focus.it

Potrebbero anche piacerti