Chi erano Yaron Lischinsky e Sarah Milgrim, impiegati dell’ambasciata israeliana uccisi a Washington
- Postato il 22 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Lavoravano insieme all’ambasciata israeliana a Washington, ma erano anche una coppia che voleva condividere un futuro insieme. Mancavano solo quattro giorni al primo incontro tra Sarah e i genitori di Yaron a Gerusalemme, dove lui le avrebbe chiesto la mano con l’anello che aveva comprato da mesi. Invece, il loro futuro è stato stroncato da alcuni colpi di pistola, vittime di un atto di terrorismo anti-semita. Trent’anni lui, ventisei lei, Yaron Lischinsky (che aveva anche cittadinanza tedesca) e Sarah Milgrim si erano conosciuti all’ambasciata israeliana a Washington. La giovane ebrea americana originaria del Kansas e il fidanzato erano entrambi “intelligenti e appassionati”. “Impegnati per la pace e la costruzione di ponti tra arabi ed ebrei”, sottolineano amici e parenti. Il presidente Netanyahu ha chiamato le rispettive famiglie, esprimendo le sue condoglianze.
Yaron sapeva fin da giovane di voler diventare un diplomatico per Israele, ha raccontato il professor Nissim Otmazgin della Hebrew University di Gerusalemme. “Era la sua vocazione”, ha detto il docente che è presidente della facoltà di lettere dell’università dove Lischinsky ha studiato dal 2018 al 2021, conseguendo una laurea triennale in relazioni internazionali e studi asiatici. Cresciuto a Norimberga, in Germania, era emigrato in Israele a 16 anni. Parlava tedesco, ebraico, inglese e giapponese. Dai suoi profili social emerge che credeva fermamente negli accordi di Abramo e “nell’allargare il cerchio della pace con i nostri vicini arabi e perseguire la cooperazione regionale è nel migliore interesse dello Stato di Israele e del Medio Oriente nel suo complesso”.
Sarah Milgrim, invece, aveva iniziato a lavorare presso il dipartimento per le politiche pubbliche dell’ambasciata israeliana nel novembre di due anni fa, ma viveva a Washington dal 2021 per frequentare un master in affari internazionali presso l’American University. In Kansas, dove è cresciuta, si era laureata in studi ambientali e poi aveva trascorso un periodo in Costa Rica completando un master in risorse naturali e sviluppo sostenibile presso l’Università per la Pace, un istituto finanziato dalle Nazioni Unite. Parlava, inglese, ebraico e cinese. Era anche stata un periodo a Tel Aviv, come volontaria in un’organizzazione per la pace chiamata Tech2Peace.
“Univa le persone con empatia e determinazione, e la sua dedizione alla costruzione di un futuro migliore era evidente in tutto ciò che faceva”, hanno raccontato i suoi amici in un toccante omaggio sui social. All’inizio di quest’anno, Sarah aveva pubblicato una foto di lei, Yaron e altri membri dell’ambasciata con Isaac Herzog scrivendo: “Ho avuto l’onore di incontrare il presidente di Israele! Grazie per aver visitato Washington e per il lavoro che svolge per combattere l’antisemitismo, pur essendo una voce per l’unità”.
Uno degli ultimi messaggi sui social di Yaron Lischinsky è un repost contro l’errore fatto due giorni fa dal sottosegretario per gli affari umanitari dell’Onu Tom Fletcher, secondo cui 14mila bambini a Gaza sarebbero morti nel giro di 48 ore per fame. Notizia corretta il giorno dopo in un lungo articolo online della Bbc che ha evidenziato l’errore di Fletcher, poiché avrebbe frainteso il rapporto dell’Ipc (Integrated Food Security Phase Classification) che invece affermava che “la morte per fame di 14mila bambini a Gaza sarebbe potuta avvenire nel giro di un anno, e non in 48 ore”.
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