Chi vince la Champions League? Il super computer dice Liverpool (ma non sempre indovina)
- Postato il 15 settembre 2025
- Di Panorama
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Prendere nota: il prossimo 30 maggio 2026 a Budapest a giocarsi la vittoria nella Champions League ci saranno Liverpool e Arsenal e alla fine ad alzare il trofeo saranno i Reds di Arne Slot. Lo dice il super computer di Opta, uno dei pilastri per sportivi e addetti ai lavori nella raccolta e analisi dei dati. Ogni anno si cimenta nella difficile e pericolosa arte di tradurre in numeri e percentuali la lettura su come andrà la stagione. Difficile perché il calcolatore simula per migliaia di volte l’esito di partite e potenziali incroci, pericolosa perché l’oggetto della previsione è quanto di meno affidabile ci possa essere e cioè uno sport legato ai capricci di una sfera.
In ogni caso, l’edizione numero 71 della Champions League che al via vede il Psg come campione in carica e quattro squadre italiane (Napoli, Inter, Atalanta e Juventus in rigoroso ordine di classifica dell’ultimo campionato) dice che la cavalcata verso Budapest dovrebbe tradursi in un festival inglese con poco spazio per le altre.
Champions League, chi è il favorito secondo Opta
Eccole, allora, le percentuali assegnate dal cervellone alle 36 partecipanti la Champions League. Davanti a tutti il Liverpool, accreditato di un elevato – ma non da record – 20,4% di chance di alzare il trofeo a fine maggio. Si traduce nel 72,4% di possibilità di arrivare ai quarti di finale, il 51,5% in semifinale e il 34% in finale. Sul podio delle predizioni seguono l’Arsenal (16% successo e 27,6% in finale) e il Psg (12,1% di riconquistare la coppa).
Appena sotto il podio virtuale ecco il Manchester City che con il Chelsea (6°) e il Newcastle (10°) completa la presenza inglese nella Top10 dove c’è anche traccia della Serie A perché le simulazioni regalano anche qualche speranza all’Inter uscita con le ossa rotte dalla sfida con il Psg a Monaco di Baviera; è difficile da crederci anche per i tifosi nerazzurri, ma secondo il supercomputer la squadra di Chivu ha un 3% da spendersi verso Budapest che sale al 7% di presenza nella finale.
A completare la Top10 ci sono Barcellona (5°), Real Madrid (7°) e Bayern Monaco (8°). Le altre italiane? La migliore piazzata è il Napoli di Conte al 12° posto (1,4% di percentuale vittoria ma il 23% di approdare almeno ai quarti) con Juventus (19° con lo 0,6%) e Atalanta (20° con la stessa quota ma mezzo punto in meno nella proiezione ai quarti di finale) a chiudere la classifica della Top20. Insomma, bene ma non benissimo.
Ma non sempre il super computer azzecca il pronostico…
Tutto finito? No. Anzi. Il bello inizia adesso ed è il motivo per cui vale la pena continuare a seguire la Champions League anche dopo aver digerito diecimila simulazioni con il loro risultato. Perché la storia recente dice che gli algoritmi sono preziosi ma non infallibili e il fattore umano rimane preponderante.
Ad esempio, il Psg che ha scritto la storia a Monaco di Baviera conquistando per la prima volta la coppa più importante del calcio europeo, un anno fa era solo la 9° tra le favorite del super computer con appena il 4,1% di chance di rendere realtà lo scenario migliore, poi concretizzato. Ovviamente non è colpa di nessuno, tanto meno di quelli di Opta, che in cima a tutti mettevano il Manchester City di Guardiola passato faticosamente oltre la tagliola della fase a girone e poi eliminato nel playoff. E al secondo posto indicavano il Real Madrid di Ancelotti, fatto fuori ai quarti di finale.
E nel 2023 con proiezione al 2024 sempre il Manchester City, allora detentore del trofeo, era stato indicato vincitore nell’edizione poi conquistata dal Real Madrid che appariva solo al 4° posto con un misero 6% di chance, un sesto (36%) rispetto agli inglesi.
Insomma, belli i pronostici a patto di prenderli con il giusto spirito. Anche perché la stagione del debutto ha chiarito come la nuova formula della Champions League sia difficilissima da decifrare già dalle prime battute, con il maxi girone in cui anche le big possono soffrire e rischiare un clamoroso taglio. Variabili che anche i cervelloni non riescono a intercettare fino in fondo. Per tutto il resto c’è la magia del pallone, che rotola e non regala alcuna certezza.