Chiara Ferragni compra il 99% delle quote e prende il controllo del suo brand: “Rimetto le mani sulla mia storia e assumo il peso di guidare decidere”
- Postato il 29 aprile 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Chiara Ferragni è diventata azionista di maggioranza del suo brand. Ad annunciarlo è la stessa influencer con un post via social pubblicato qualche ora fa (e non con una nota ufficiale, come abitualmente si fa in queste circostanze), nel quale spiega che si tratta non solo di “una questione di quote o di percentuali” ma – spiega – “è un inizio”. Vale la pena però di partire dai freddi numeri, perché l’imprenditrice digitale ha fatto sapere di essere in possesso del 99% della società che detiene il suo brand. “Questa decisione è un passo concreto. È la scelta di rimettere le mani sulla mia storia, senza delegare, senza più fare finta che tutto vada bene quando non va”, spiega la Ferragni, che non entra nel dettaglio della strategia aziendale ma rivela di aver acquisito le quote dai suoi ex soci. E ancora: “È assumersi il peso e la bellezza di guidare, decidere, cambiare. È essere libera per la prima volta nel portare avanti il mio brand e il mio nome”.
Come e in che modo comincerà questa nuova fase non è ancora dato saperlo ma di certo non sarà una transizione facile e indolore, visto la complessa situazione dei conti in cui versa l’azienda dopo l’approvazione del bilancio avvenuta qualche mese fa e lo scontro al vetriolo durante l’assemblea dei soci. Che cosa è accaduto e perché Chiara Ferragni è salita al 99,8% di Fenice, la società che controlla il brand? Qualche dettaglio in più arriva da Repubblica, che sintetizza il “colpo di scena” spiegando che l’imprenditrice ha sottoscritto da sola l’aumento di capitale necessario per il rilancio dell’azienda: insomma, ha messo di tasca sua i 6,4 milioni di euro indispensabili per sanare i conti dopo l’abbattimento del capitale causato dalle perdite accumulate, che ammontano a 10,2 milioni di euro.
Ma come si sono mossi i due soci Paolo Barletta (che deteneva il 40% di Fenice) e Pasquale Morgese (con il 27,5%)? Non hanno seguito l’aumento e dunque “hanno visto le proprie quote ridursi ai minimi termini”, scrive Repubblica. “Barletta ha votato a favore dell’aumento ma non lo ha sottoscritto ed è uscito. Morgese ha votato contro in assemblea ma ha seguito con una minima parte che lo fanno risultare ora allo 0,2%”. Questa spaccatura ha aperto a Ferragni la possibilità di riprendersi l’azienda e cominciare a scrivere un nuovo capitolo dopo il “Pandoro gate”. All’orizzonte ora restano aperte le vicende giudiziarie, con il rinvio a giudizio e l’udienza prevista per settembre, quando dovrà rispondere del reato di truffa. Forse anche per questo Ferragni spiega di non voler raccontare una favola: “Le favole non esistono. Ma so che sto provando a costruire qualcosa di nuovo. Con fatica, lucidità e responsabilità. Non vi racconterò una rinascita perfetta, quella non sto riuscendo a viverla nemmeno io. Vi racconterò la realtà: fatta di alti e bassi, imperfetta, mia. E questo è l’unico punto da cui ripartire”.
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