Chiara Ferragni, la Procura chiede la condanna a un anno e 8 mesi per il Pandoro gate. Lei replica: “Fatto tutto in buona fede, nessuno ha lucrato”
- Postato il 25 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Un anno e otto mesi: questa la condanna chiesta dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli per Chiara Ferragni, imputata con il suo ex braccio destro Fabio Damato e Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia, per truffa aggravata dall’uso del mezzo informatico in relazione ai casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Balocco Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. L’influencer è arrivata presto questa mattina al Tribunale di Milano evitando così le telecamere e i flash dei paparazzi che l’aspettavano nel giorno dell’udienza a porte chiuse. I difensori dell’imprenditrice digitale, che ha sempre respinto le accuse, dovrebbero prendere la parola nella prossima udienza fissata per il 19 dicembre. Nel frattempo il giudice Ilio Mannucci Pacini è stato chiamato a esprimersi sulla richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’associazione “La casa del consumatore”, che ha rifiutato il risarcimento proposto dalla difesa.
L’influencer, sostiene sempre la difesa, non ha commesso alcun reato, e come scrive il Corriere “ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato donazioni per 3,4 milioni di euro”. Diverso il quadro delineato dai pm, secondo i quali l’imprenditrice digitale avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti di circa 2,2 milioni di euro derivanti dalla vendita di pandori e uova di Pasqua, il cui prezzo però non comprendeva la beneficenza pubblicizzata. Più nel dettaglio, l’“operazione Balocco” avrebbe indotto “in errore un numero imprecisato di acquirenti” convinti che con il proprio acquisto avrebbero contribuito alla raccolta fondi a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. La procura sostiene che l’accordo si sarebbe rivelato diverso: le società dell’influencer avrebbero incassato “poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite” si legge su Il Messaggero. Ai tempi in cui la polemica scoppiò, Ferragni aveva parlato di un “errore di comunicazione”, che si sarebbe verificato anche nel secondo caso contestato. “Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato”, scrive la testata romana a proposito del senso delle dichiarazioni spontanee rese in aula da Chiara Ferragni. I prossimi capitoli della vicenda verranno scritti il 19 dicembre e a gennaio, quando è prevista la sentenza.
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