Chikungunya, dal tropico alle nostre città: numeri e sintomi della febbre spacca-ossa
- Postato il 24 agosto 2025
- Di Panorama
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La chiamano Chikungunya, traduzione letterale “ciò che curva”, e poi “febbre spaccaossa”, non per sensazionalismo ma per evocare la lingua makonde, originaria del Mozambico e della Tanzania: la parola descrive infatti i malati di Chikungunya come curvi, contorti, incapaci di stare dritti a causa dei dolori arrecati da questa malattia, che viene trasmessa esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette. In particolare, le responsabili sono le specie Aedes aegypti e Aedes albopictus, diffuse anche in Italia. Pur non potendo essere veicolata da persona a persona, non vuol dire che non possano crearsi focolai epidemici locali di febbre spaccaossa, a causa della grande diffusione di queste zanzare soprattutto in zone costiere: in italia si erano già registrati casi sia nel 2007 in Emilia Romagna sia nel 2017 in Lazio e in Calabria. I sintomi della malattia si manifestano generalmente da 3 a 12 giorni dopo la puntura e includono febbre alta, dolori articolari, forte malessere generale e spesso anche eruzioni cutanee, placche o gonfiori. Alcuni pazienti riferiscono anche nausea e sensibilità alla luce.
Sta generando una lieve preoccupazione un focolaio attivo in queste ultime settimane in provincia di Modena, soprattutto tra Carpi, Concordia e San Prospero, dove ci sono già una ventina di casi accertati: sono uomini e donne di età compresa tra i 14 e gli 84 anni, che per fortuna sono tutti comunque in condizioni di salute tali da non richiedere un ricovero ospedaliero: il servizio di Igiene Pubblica sta lavorando a stretto contatto con le amministrazioni dei vari Comuni coinvolti per i dovuti approfondimenti, mentre le amministrazioni stanno portando avanti operazioni di disinfestazione ordinaria e straordinaria su tutto il territorio. Sono stati chiusi anche i parchi comunali, proprio per cercare di isolare il contagio. Se si considera il panorama europeo, l’Italia non è isolata. La Chikungunya ha inciso quest’anno su numerose regioni del continente, con più di 100 casi autoctoni in Francia e un incremento dei focolai monitorato dall’ECDC, che segnala un’espansione delle aree di presenza delle zanzare vettore, ora attive in 369 regioni europee.
E’ importante sottolineare che non si tratta di una malattia particolarmente grave (la mortalità si attesta intorno allo 0,4%) ma può comunque richiedere settimane di convalescenza, perché è fortemente debilitante. La prognosi generale è favorevole, con risoluzione spontanea. Occorre stare attenti ai bambini piccoli, agli anziani e ai pazienti fragili e debilitati, perché in questi casi può rivelarsi pericolosa.