“Chiuso in un maso senza contatti e cure tradizionali”, indagati i familiari dell’avvocato Nikolaus Chizzali
- Postato il 26 novembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Isolato in un maso a Castelrotto, Nikolaus Chizzali, 60 anni, avvocato di Bolzano e socio dello studio legale Brandstätter, è morto il 27 ottobre 2022. Chizzali avrebbe sofferto di una trombosi che, secondo le indagini, non sarebbe stata trattata con cure mediche tradizionali, ma esclusivamente con rimedi naturali e omeopatici, sotto la pressione dei familiari. Tra loro, anche un medico e un farmacista, che avrebbero esercitato su di lui un certo ascendente.
A tre anni dalla sua morte, la Procura di Bolzano ha iscritto otto persone nel registro degli indagati. La pm Francesca Sassani contesta loro di aver esercitato su Chizzali “una pressione tale da generare uno stato di vessazione”, con condotte omissive e ripetute violenze psicologiche. Il reato ipotizzato è quello di maltrattamenti aggravati in famiglia. Gli inquirenti sottolineano come i familiari avessero anche un interesse legato alla gestione del patrimonio dell’avvocato.
Il dramma dell’uomo comincia quando, per una sospetta trombosi, viene accompagnato da uno degli indagati all’ospedale di Bolzano. Convinto dai parenti a rinunciare alle cure tradizionali, Chizzali si trasferisce nel maso, dove viene curato solo con rimedi naturali e omeopatici. Secondo gli accertamenti, l’avvocato avrebbe trascorso gli ultimi tre mesi di vita sottoposto a costante pressione psicologica, senza possibilità di scelta.
I familiari gli avrebbero sottratto il telefono, impedendogli di contattare la moglie, residente in Veneto, o altri conoscenti. Gestivano anche le questioni patrimoniali e si opponevano alle indicazioni dei medici durante i controlli di routine nel casolare. Le condizioni di Chizzali, non sottoposte ad adeguate cure, sarebbero precipitate fino a provocare complicazioni gravi: ictus, infarto renale e, infine, uno choc settico fatale. Con la chiusura delle indagini, la Procura dovrà ora decidere sul rinvio a giudizio degli otto indagati. I difensori hanno ancora pochi giorni per depositare documenti e chiedere audizioni a favore dei loro assistiti.
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