“Ci buttiamo nei canali”: il matrimonio milionario di Jeff Bezos a Venezia slitta per le proteste in città. La rabbia di Zaia: “Voglio che sia accolto a braccia aperte”

  • Postato il 16 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Non siamo contro il matrimonio, ma contro l’arroganza di questo ‘tecno-feudatario’ che si muove come fosse a casa sua”. Con queste parole, il comitato “No Space for Bezos” dichiara guerra alle nozze di Jeff Bezos e Lauren Sánchez, promettendo battaglia sui canali di Venezia. A meno di due settimane da quelle che si preannunciano come le “nozze dell’anno”, la laguna veneziana è diventata terreno di scontro. Il motivo? Il matrimonio milionario tra Jeff Bezos, 60 anni, fondatore di Amazon, e la sua compagna, l’ex giornalista Lauren Sánchez, 55 anni. Le noreazione di una rete di comitati e cittadini che si oppongono a quella che definiscono l’ennesima “colonizzazione” della città da parte delle élite globali. I festeggiamenti, inizialmente previsti tra il 24 e il 26 giugno, sono stati rinviati di qualche giorno (con ogni probabilità si terranno dal 26 al 28 giugno), ufficialmente per cause “logistiche”. Ma il clima in città è incandescente.

A guidare la mobilitazione è il comitato “No Space for Bezos”, una rete che unisce realtà diverse come il Laboratorio Morion, l’Anpi, Extinction Rebellion e Adl Cobas. Da giorni, la città è tappezzata di manifesti e adesivi. L’azione più eclatante è stata lo srotolamento di uno striscione con la scritta “Bezos” cancellata da una X rossa dal campanile della Basilica di San Giorgio, un gesto che è costato agli attivisti una denuncia da parte dell’Ordine dei Benedettini. La loro non è una protesta contro il matrimonio in sé, spiega Tommaso Cacciari, uno dei portavoce del comitato: “Non siamo contro il matrimonio, ma contro l’arroganza con cui questo ‘tecno-feudatario’ si muove come fosse a casa sua“. Cacciari critica l’impatto di Bezos e di aziende come Amazon sull’economia locale e il suo presunto appoggio a Donald Trump: “Sicuramente dal banchetto del Re Sole cadrà qualche osso che farà gola a qualcuno, ma noi vogliamo difendere la dignità di Venezia che non può fare da sfondo a una persona che sfrutta i lavoratori, appoggia Trump e occupa di fatto la città”. Gli attivisti hanno promesso una manifestazione “colorata e pacifica” per il 28 giugno, con l’intento di bloccare i canali d’acqua che portano a una delle location prescelte, la Scuola Grande della Misericordia. “Ci butteremo in canale se serve“, hanno dichiarato.

Di parere diametralmente opposto le istituzioni locali, che difendono a spada tratta l’evento e i suoi illustri protagonisti. Il sindaco Luigi Brugnaro ha detto di “vergognarsi” degli attivisti, definiti una “piccola minoranza che vuole solo farsi notare“, sottolineando come Bezos “dà lavoro a più di un milione di persone”. L’assessore al Turismo, Simone Venturini, ha rincarato la dose: “Dopo i No Mose e i No Tav ci mancavano solo i ‘No Grandi Matrimoni’. È evidente che ci troviamo di fronte all’ennesimo sfruttamento narcisistico di Venezia da parte dei soliti noti dei centri sociali”. Anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha usato toni duri: “Voglio che Jeff Bezos sia assolutamente ospitato e accolto a braccia aperte a Venezia. È inaccettabile che si facciano le proteste con uno degli uomini più ricchi al mondo e che sceglie Venezia per sposarsi. Protestare contro chi ci porta ricchezza, è un’assoluta vergogna. Sentire che qualcuno sta programmando come i lazzaroni di Barcellona, con le pistole ad acqua contro i turisti, non mi sembra sia fare un danno a chi viene ospitato, ma al Veneto”. Pronta la replica di Cacciari sia a Brugnaro (“Siamo noi che ci vergogniamo di lui, di un sindaco mendicante che invece di difendere la città la svende”) sia a Zaia (“Zaia difendeva le piccole imprese e gli artigiani, ora si piega ai miliardari delle multinazionali che, come Amazon, hanno contribuito a distruggere proprio quelle realtà”).

Intanto, ad alimentare il dibattito sono anche i nuovi dettagli sull’evento, il cui costo è stimato tra i 10 e i 30 milioni di dollari. Si parla di cinque super-yacht che occuperanno le rive, una lista di circa 250 invitati tra cui Leonardo DiCaprio, Katy Perry, Oprah Winfrey, Ivanka Trump e le sorelle Kardashian, e una performance musicale di Lady Gaga. Lauren Sánchez, secondo i ben informati, avrebbe in programma ben 28 cambi d’abito per i tre giorni di festa. La coppia ha prenotato circa 30 taxi acquei (su un totale di 280 disponibili, quindi senza impattare sul servizio pubblico) e non sono previste particolari limitazioni al traffico. Probabilmente si tratterà di una grande festa privata a celebrazione di un rito già avvenuto altrove.

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Il Fatto Quotidiano

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