“Ci tolgono la casa senza la certezza che l’opera si farà”: avviso di esproprio a padre e figlio, devono far posto alla cabinovia “usa e getta” per le Olimpiadi

  • Postato il 21 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Potete solo vergognarvi”. Il cartello appoggiato a una moto di fronte alla casa che vogliono abbattere per far posto alla cabinovia di Socrepes a Cortina, è l’ultimo appello di un cittadino che non vuole essere stritolato dal grande circo delle Olimpiadi invernali 2026, dove sembra vigere solo la logica del profitto. L’impianto per collegare località Apollonio alle piste dovrebbe portare in quota 2.400 persone all’ora, consentendo agli spettatori di seguire nel febbraio del prossimo anno le gare olimpiche di sci alpino femminile. Quella casa deve far posto alla stazione di partenza ed è un impedimento nella lotta contro il tempo in cui è impegnata Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), braccio operativo del governo per le opere pubbliche. Agisce per conto e nell’interesse di Fondazione Milano Cortina 2026, cui spetta l’organizzazione dei Giochi e quindi la vendita dei biglietti.

Davanti alla casa si è presentato un vigile urbano che doveva consegnare l’avviso di esproprio. Ernesto Curtolo, 73 anni, parrucchiere, è passato in zona solo per qualche minuto, poi ha lasciato che il dialogo avvenisse con un proprio tecnico a cui è stata consegnata l’intimazione del Comune. Non si è fatto vedere nemmeno il figlio Andrea di 52 anni, titolare di una ditta di autonoleggio che vive nella casa acquistata cinque anni fa dalla famiglia per un prezzo di circa 500mila euro. “Io le chiavi di casa non le consegno, mi porteranno in caserma…” aveva detto il signor Ernesto il giorno precedente, in previsione della visita dell’autorità giudiziaria. La casa si trova in una ex cabina dell’Enel che è stata trasformata in abitazione con finalità ricettiva, un bed & breakfast regolarmente registrato.

Ernesto e Andrea Curtolo sono in guerra contro il colosso delle infrastrutture, che da poche settimane ha i pieni poteri, visto che l’architetto Fabio Saldini è stato nominato commissario straordinario dal governo per realizzare un’opera controversa. Se riuscissero a costruire l’impianto, mancherebbero gli edifici con i servizi e il parcheggio su tre piani per centinaia di posti auto. Non sarebbe quindi utilizzabile dagli sciatori, essendo un’incompiuta in base alle norme regionali. L’appalto della cabinovia è di una trentina di milioni di euro, mentre la parte restante di lavoro a carico dei privati è di un centinaio di milioni di euro per collegare il versante delle Tofane con quello del Faloria attraverso una galleria pedonale che attraversa il centro di Cortina. Pochi giorni fa la gara d’appalto di Simico è andata deserta. Saldini sta cercando di concludere una trattativa diretta con i possibili costruttori, procedura che non si è ancora conclusa.

“Quello che mi fa più rabbia – dice Ernesto Curtolo – è che vogliono espropriare la casa dove abita mio figlio senza la certezza che ci sia qualcuno disposto a realizzare l’opera. Inoltre attendiamo che entro la fine del mese si conosca l’esito dei due ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale del Lazio”. La notizia dell’esproprio è arrivata ai Curtolo il 16 giugno, l’atto preliminare è stato ritirato il giorno 18. Andrea Curtolo ha avuto quindi solo due giorni per trovare una soluzione abitativa diversa e ha dovuto disdire l’affitto di due camere a due dipendenti di un hotel di Cortina.

Ad Apollonio si è presentata anche la consigliera comunale di minoranza Roberta de Zanna, fiera oppositrice dell’impianto: “Il Comune non ha offerto alcuna soluzione per tutelare un diritto primario come quello della casa a un suo cittadino”. “Siamo presenti per manifestare la nostra solidarietà alla famiglia Curtolo e ribadire la nostra contrarietà alla costruzione di un impianto su terreni franosi con tutti i rischi che ciò comporta, la recente frana di Cancia dovrebbe servire da monito: non si può sempre sfidare la Natura, pensare di risolvere tutto con la tecnologia. Prima o poi arriva il conto da pagare”, aggiunge De Zanna.

Ernesto Curtolo spiega: “Volevano fare una furbata e prendere il possesso della casa prima dell’udienza del Tar che è il 25 giugno, ma non hanno potuto notificarmi l’avviso di esproprio, che va fatto di persona e nel Comune di residenza. Io sono l’usufruttuario, mentre mio figlio è il proprietario, e adesso sono fuori Cortina”.

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