Cinghiali in centro a Savona, Osa e Pai: “Non bisogna sparargli, serve ‘sigillare’ il Letimbro e diffondere norme di comportamento”
- Postato il 7 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. Secondo l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) e il Partito Animalista Italiano (PAI) “ci sono due azioni da fare subito – invece di sparargli – per tenere i cinghiali fuori città ed evitare guai per le persone”.
“Sigillare il torrente Letimbro (e gli altri più piccoli) costruendo barriere e cancellate robuste alle rampe di accesso al corso d’acqua. Lo sventurato cinghiale di via Venezia poteva salire da corso Ricci o via Trincee, per trovarsi in pieno centro ancora più spaventato di chi lo ha incontrato. Ora, quasi certamente, verrà ucciso. Diffondere norme di comportamento chiare ai cittadini per evitare il peggio. Basta poco: fermarsi, accostarsi lentamente ai muri, non correre e attendere che l’animale si allontani. Se si è in bici o moto, fermarsi subito; se si è in auto, rallentare e – in sicurezza – arrestare il mezzo”.
“Ci uniamo al dispiacere per le persone rimaste ferite nell’episodio di oggi. A loro va la nostra solidarietà e l’augurio di una pronta guarigione. Tuttavia, è fondamentale non trasformare questi casi – che sono eccezioni e non la regola – in un pretesto per alimentare campagne di abbattimento sistematico degli animali selvatici. I cinghiali non sono aggressori per natura: nella stragrande maggioranza dei casi, sono animali spaventati, disorientati, che si ritrovano in contesti urbani solo perché spinti dalla fame o dalla perdita di habitat. Le loro ‘incursioni’ sono spesso frutto di un ambiente alterato dall’uomo, non di una minaccia reale verso la cittadinanza”.
PAI e OSA lamentano “che la fucilazione dei malcapitati non ha ottenuto – come prevedibile – alcun risultato. Ma ciò che indigna le due associazioni è che i colpevoli, o i loro “discendenti” di questa situazione – i cacciatori – non vengano mai chiamati in causa da politici e amministratori. E neppure si ha il coraggio di costringerli a collaborare. Un metodo valido, secondo OSA e PAI, potrebbe essere pattugliare i corsi d’acqua cittadini con cani da cinghiale al guinzaglio, in grado di scoraggiare la discesa in città e spingere i branchi verso le aree boschive, lontano dai centri abitati”.
“Accanto a queste misure, proponiamo ulteriori azioni efficaci e rispettose: pianificazione urbana sensibile: includere la fauna selvatica nei piani di gestione urbana, creando barriere naturali e corridoi ecologici sicuri. Gestione etica e non violenta della fauna, in collaborazione con esperti e associazioni animaliste, per prevenire conflitti e tutelare il benessere degli animali. Intanto, si registrano gli interventi fuori luogo di alcuni politici savonesi, tra cui il sindaco Russo e un consigliere di minoranza – fino a poco tempo fa vicino alle sigle animaliste – che ora spingono entrambi per la linea dura del fucile. Un approccio non solo crudele, ma inutile, come dimostrato dai fatti. Serve una nuova visione, fatta di prevenzione, educazione, rispetto. Non una caccia continua e cieca a chi è semplicemente fuori posto per colpa non sua”.