Cinque giornalisti morti, Israele e Gaza agitano il mondo, la pace in Ucraina è più lontana, Sinner salvaci tu

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Blitz
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L’ultimo attacco di Israele prende di mira l’ospedale di Nasser: venti morti tra cui cinque giornalisti e molti operatori sanitari. I feriti non si contano.

Ora davvero non si possono più chiudere gli occhi su quanto avviene ogni giorno a Gaza.

Monsignor Pietro Parolin, il segretario di Stato del Vaticano dice d’un fiato: “Sono allibito”. Il Papa è invece contro chi dovrebbe fermare questo sterminio. Sostiene: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo”.

Il mondo piange ed ha paura che la guerra si allarghi e coinvolga tutti con l’atomica a far da protagonista. Nel mentre, i grandi, le superpotenze continuano a giocare a rimpiattino: Putin è bravo, no è cattivo; Netanyahu è un boia; Zelensky chiede solo armi e soldi; Trump cambia ancora idea: ora il leader ucraino non è più l’uomo da difendere, ma un gran venditore.

Ogni volta che andava alla Casa Bianca ne usciva con un milione di dollari in più. Il presidente americano torna sui suoi passi, lo fa ogni ventiquattro ore. Stavolta, la retromarcia è arrivata dopo l’ennesima telefonata con il Cremlino. Che cosa si saranno detti i due è naturalmente un mistero. Probabilmente, il leader russo deve aver imbrogliato le carte convincendo pure il suo amico Donald.

Accade così che mentre gli amici-nemici trascorrono ore al telefono, in Ucraina e nella striscia di Gaza si muore. L’attacco delle forze israeliane non ha risparmiato nemmeno un ospedale. Netanyahu si difende: “È stato un tragico errore“, ma quanti ne sono stati fatti dall’inizio della guerra?

280 palestinesi non valgono 5 giornalisti

Cinque giornalisti morti, Israele e Gaza agitano il mondo, la pace in Ucraina è più lontana, Sinner salvaci tu, nella foto Gaza sotto le bombe
Cinque giornalisti morti, Israele e Gaza agitano il mondo, la pace in Ucraina è più lontana, Sinner salvaci tu (foto Ansa) – BlitzQuotidiano.it

Una infinità, se si pensa che i morti palestinesi sono oltre 280. “È stata aperta una inchiesta” aggiunge Tel Aviv: che farà la stessa fine delle altre. Sarà dimenticata.

Davvero non si riesce a comprendere il perchè chi comanda nel mondo non tenti immediatamente di raggiungere la pace. È certamente una questione di supremazia: ognuno vuol dimostrare all’altro di essere più forte, di avere lui lo scettro in  mano per essere il primo condottiero.

Putin non vuole rinunciare ai territori conquistati durante la guerra; Trump vorrebbe, a parole, mettere pace per arrivare al  premio Nobel. È alleato degli israeliani, ma oggi ne farebbe volentieri a meno, tanto è vero che quando la Cina ha annunciato che potrebbe mandare lei una forza di pace in Ucraina Trump ha confessato tra sé e sé: “Prego accomodatevi”.

Se questo è lo scenario, svaniscono le speranze di giungere almeno ad una tregua. Lo ha fatto intendere in modo chiaro il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, quando ha detto: “Senza di noi, è inutile che gli altri confabulino, perché le decisioni spettano a noi”.

Il dilemma dell’Europa su Israele e Ucraina

L’Europa si interroga, sta a guardare, nemmeno sull’invio di un esercito internazionale riesce a trovare un accordo. Anzi, si rischia un incidente diplomatico per la battuta di Matteo Salvini contro Emmanuel Macron: “Si metta l’elmetto e ci vada lui a combattere a Kiev”.

Interviene il ministro Antonio Taiani, ritiene che la politica estera spetta alla premier e a lui. Un nuovo screzio nella destra? Giorgia Meloni tace, preferisce il silenzio perché conosce le “sparate” del suo vice primo ministro.

Incidente chiuso? Si, ma non troppo, in specie perché il presidente francese ha molte gatte da pelare in Patria. L’ennesimo governo traballa e se ci sarà la crisi si prevedono tempi brutti per l’Eliseo.

Nonostante la grande paura per le due guerre, in Italia le reginette dell’estate sono state e rimangono le prossime elezioni regionali.

Nel Pd, la situazione è ancora confusa: in Campania l’ormai ex governatore Vincenzo De Luca si è calmato perché sarà suo figlio il numero del Pd nella regione.

Nel Veneto Luca Zaia non ha più una lista e stavolta è a destra che si affilano le armi fra la Lega e i Fratelli d’Italia. A chi andrà il Veneto?

In Calabria, finalmente la sinistra ha trovato il suo candidato: sarà Pasquale Tridico, l’ex numero uno dell’INPS. Nel primo intervento parlando ai suoi elettori è entrato a gamba tesa contro gli avversari, promettendo il reddito di cittadinanza e il no al ponte sullo Stretto di Messina.

A protestare restano i fratelli gemelli Fratoianni e Bonelli, i quali sono stati fatti fuori da ogni poltrona. Vatti a fidare degli alleati!

Meglio pensare allo sport allora. Oggi Jannik Sinner esordirà negli US open americani. “Non ci tradire”, gridano i suoi fan. “A Cincinnati, dove ti sei ritirato, ti abbiamo perdonato, stavolta no”. All’esordio, il campionato di calcio ha emesso due sentenze che provocano lo scompiglio nella capitale lombarda: il Milan ha perso in casa con la Cremonese, una neo promossa; l’Inter ne ha rifilati cinque al Torino tanto da far ballare la prima panchina.

In subbuglio, anche gli arbitri e la nuova idea di spiegare al pubblico le ragioni di annullare un gol o un rigore. I direttori di gara parlano agli spettatori con  la mano destra alzata. “Saranno mica fascisti”, insinuano i tifosi dell’opposizione.

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Blitz

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