Cirò, il neomelodico Benincasa alla festa patronale, scelta destinata a fare discutere
- Postato il 14 luglio 2025
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Cirò, il neomelodico Benincasa alla festa patronale, scelta destinata a fare discutere
Alla festa dei santi patroni Francesco e Nicodemo di Cirò il neomelodico Benincasa imputato in un processo di ‘ndrangheta
CIRÒ – Sembra destinata a fare discutere la partecipazione del cantante neomelodico Salvatore Benincasa alla festa dei santi patroni Francesco e Nicodemo di Cirò. La performance del folk singer, i cui testi simpatizzano con i disvalori legati al mondo criminale e inneggiano ai boss, viene ancora una volta inserita in una cornice religiosa e istituzionale, nonostante le polemiche roventi di un passato neanche tanto remoto. E nonostante alcuni precedenti registratisi proprio a Cirò, dove è ormai tutto pronto per l’evento clou della festa patronale, previsto il 5 agosto prossimo in piazza Pugliese. L’iniziativa organizzata dal comitato festa è inserita nel cartellone estivo del Comune.
LA PROCESSIONE
Eppure si scatenò un putiferio, nel maggio 2023, in seguito alle soste non autorizzate in occasione della processione in onore di san Cataldo, dinanzi le abitazioni di alcuni imputati del processo Stige, dove avevano allestito tavoli votivi. Una vicenda in seguito alla quale l’Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina sospese la processione e richiamò il parroco, don Matteo Giacobbe, poi trasferito. Ma chissà se qualcuno ha detto al nuovo parroco, don Massimo Sorrentino, che il repertorio di Benincasa comprende brani come “Figghiolu ‘i ‘ndrangheta”, “Latitanti”, “Pè i carcerati”.
IL NEOMELODICO BENINCASA ALLA FESTA DI CIRÒ: IL PRECEDENTE
Certo, Benincasa sta innovando il suo repertorio, fatto di canzoni d’amore come la title track “Al chiaro di luna”, da cui il nome del tour del 2025 che lo vede protagonista in feste di piazza ed eventi privati, molto spesso matrimoni, come si evince anche dai suoi profili social. Ma fu necessario l’intervento della Questura per far saltare, un anno fa, il suo concerto ad un’altra festa patronale. Quella della Madonna delle Setteporte di Rocca di Neto, il paese di Benincasa. La Questura non sospese il concerto ma interloquì con gli organizzatori invitandoli a riflettere sull’opportunità di confermare la performance del discusso cantante, già noto alle forze dell’ordine.
IL PROCESSO E LE PARENTELE
Benincasa è imputato nel processo contro la cosca Comito-Corigliano di Rocca di Neto, quella che ha perfino attirato i sospetti del Fbi perché i tentacoli si allungavano fino a New York. Proprio nei giorni scorsi la Dda di Catanzaro ha chiesto per lui la condanna a 5 anni e 5 mesi per occultamento di fucili semiautomatici con l’aggravante mafiosa. L’imputato Benincasa compare spesso nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta anche in qualità di “cantante”. In questa veste avrebbe partecipato ai matrimoni del clan. Per esempio a quello di una figlia di Domenico Berlingieri, indicato dai pentiti come il bodyguard del boss di Papanice Domenico Megna, storico alleato della cosca rocchitana, che ovviamente prese parte al banchetto per le nozze del suo fedelissimo.
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Benincasa, inoltre, era tra quanti accolsero con casse di agrumi il boss Megna giunto a Rocca di Neto per un summit. Del resto, suo suocero è Martino Corigliano, fratello di Pietro, presunto capo bastone insieme al quale è stato più volte immortalato dagli inquirenti nel corso delle indagini sulla cosca egemone nella Valle del Neto. Per Martino Corigliano la condanna in Appello, col rito abbreviato, è di 8 anni e 8 mesi. Per Pietro Corigliano, invece, pende una richiesta di 29 anni e 6 mesi.
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