Cirò, il parroco annulla il concerto del neomelodico Benincasa
- Postato il 15 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Cirò, il parroco annulla il concerto del neomelodico Benincasa
Dopo il clamore suscitato da un articolo del Quotidiano il parroco di Cirò annulla il concerto di Benincasa: «Scelta del comitato festa»
CIRÒ – Dopo il clamore suscitato da un articolo del Quotidiano, il parroco di Cirò, don Massimo Sorrentino, ha annullato il concerto del cantante neomelodico Salvatore Benincasa, che era previsto il 5 agosto prossimo a conclusione della sentitissima festa patronale dei santi Francesco e Nicodemo. Lo avevamo ipotizzato, che la scelta del comitato festa avrebbe fatto discutere. Alcuni brani del noto folk singer, infatti, simpatizzano con disvalori legati al mondo criminale. Eppure la sua performance era stata inserita ancora una volta in una cornice religiosa e istituzionale, poiché il suo nome figurava nel cartellone del Comune e degli eventi organizzati dalla parrocchia. Al posto di Benincasa si esibirà una formazione di musica popolare, Sonuanticu.
IL PARROCO
«È stata una scelta del comitato festa – tiene a precisare il parroco – non conoscevo questo cantante e non amo il genere neomelodico. Mi hanno detto che la piazza cirotana avrebbe gradito questo concerto. Ma dopo il servizio del vostro giornale – dice ancora – mi sono reso conto di cosa si tratta e sono andato a documentarmi. Ho subito informato l’arcivescovo di Crotone e Santa Severina, monsignor Alberto Sorrentino, e ho deciso di rimediare a questo errore di ingenuità. Il concerto è stato immediatamente annullato».
Del resto, aggiunge il parroco, «dopo il vostro servizio sono intervenuti il sindaco, Mario Sculco, e la stessa popolazione che ha già sofferto molto proprio a causa della mafia e non vuole. Tutti mi hanno chiesto di rivedere una scelta fatta un po’ alla leggera. E lo stesso comitato festa si è ricreduto».
Benincasa ha protestato. «Mi ha contattato – racconta ancora il parroco – dicendo che lui ormai canta canzoni d’amore. Ma sappiamo che nel suo repertorio ci sono brani che strizzano l’occhio alla ‘ndrangheta. Io non ne sapevo niente. E in quanto parroco mi assumo la responsabilità dell’errore, perché ho detto “sì” quando mi è stata fatta la proposta. Abbiamo però subito rimediato».
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LA QUESTURA
Il caso, prima ancora che venisse sollevato dal Quotidiano, era già finito sotto la lente della Digos della Questura di Crotone, che stava compiendo accertamenti. Fra pochi giorni a Cirò Marina si terrà la cerimonia per la posa della prima pietra per la realizzazione del Commissariato di polizia. Un evento atteso da lungo tempo in un territorio difficile, caratterizzato dalla presenza pervasiva di cosche tra le più potenti della ‘ndrangheta con ramificazioni in Nord Italia e in Germania. L’attenzione delle forze dell’ordine sul territorio è massima.
Non c’è stato bisogno, però, dell’intervento della Questura perché il concerto è stato già annullato. Il repertorio di Benincasa comprende brani come “Figghiolu ‘i ‘ndrangheta”, “Latitanti”, “Pè i carcerati”. Certo, Benincasa sta innovando il suo repertorio, fatto di canzoni d’amore come la title track “Al chiaro di luna”, da cui il nome del tour del 2025 che lo vede protagonista in feste di piazza ed eventi privati, molto spesso matrimoni, come si evince anche dai suoi profili social.
I PRECEDENTI
Ma fu necessario l’intervento della Questura per far saltare, un anno fa, il suo concerto ad un’altra festa patronale, quella della Madonna delle Setteporte di Rocca di Neto, il paese di Benincasa. La Questura non sospese il concerto ma interloquì con gli organizzatori invitandoli a riflettere sull’opportunità di confermare la performance del discusso cantante, già noto alle forze dell’ordine.
Benincasa è imputato nel processo contro la cosca Comito-Corigliano di Rocca di Neto. Quella che ha perfino attirato i sospetti del Fbi perché i tentacoli si allungavano fino a New York. Proprio nei giorni scorsi la Dda di Catanzaro ha chiesto per lui la condanna a 5 anni e 5 mesi per occultamento di fucili semiautomatici con l’aggravante mafiosa.
Don Massimo, poi, ci tiene molto a non ripetere gli errori in cui è caduta la Chiesa locale in un passato neanche tanto remoto. Nel maggio 2023, intervenne la Curia in seguito alle soste non autorizzate in occasione della processione in onore di san Cataldo, dinanzi le abitazioni di alcuni imputati del processo Stige, dove erano stati allestiti tavoli votivi. L’Arcidiocesi di Crotone e Santa Severina sospese la processione e richiamò il parroco, don Matteo Giacobbe, poi trasferito.
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