L'Europa si conferma il continente che si scalda più velocemente: + 2,4 °C in più rispetto al periodo preindustriale nel 2024, mentre il resto del pianeta è salito di 1,3 °C. Praticamente il doppio: solo l'Artico si è scaldato di più (+3,3 °C), a causa della perdita dei ghiacci che hanno ridotto l'albedo cioè la riflessione dei raggi solari. Dunque, il Vecchio Continente ha superato abbondantemente i limiti (+ 1,5° C) previsti dall'Accordo di Parigi su cambiamento climatico e riscaldamento globale.
Gli effetti li abbiamo visti: un'impennata di fenomeni meteo estremi, ovvero ondate di calore, alluvioni, grandinate, trombe d'aria e incendi. Tempeste e alluvioni hanno colpito 413mila persone (335 le vittime, soprattutto a Valencia), gli incendi hanno avuto impatto su 42mila abitanti (soprattutto in Portogallo). Le perdite stimate sono state di 18,2 miliardi di euro ed è un conteggio al ribasso.
Ma non è l'unica preoccupante novità che emerge dal report "Lo stato europeo del clima 2024" presentato oggi dagli oltre 100 scienziati del Servizio Copernicus e dell'Organizzazione mondiale della meteorologia. «Questo rapporto» ha commentato Elisabeth Hamdouch, vice responsabile dell'osservazione della Terra della Commissione europea «dimostra che l'Europa è gravemente colpita dai cambiamenti climatici».
La specificità dell'Europa, è la maggior presenza, rispetto ad altri continenti, di terre emerse, che assorbono più radiazione solare. Questo fatto, unito alla continua crescita di gas serra (anidride carbonica e metano), ha creato le condizioni per l'impennata di temperature e di eventi meteo estremi. . 🌊 Temperatura della superficie marina
Aumento dal 1980:
Globale (60°S–60°N): +0,6°C
Regione WMO VI (Europa): +1,0°C
Mar Mediterraneo: +1,3°C
(Media degli ultimi 5 anni)
🌡️ Contenuto termico dell'oceano*
Aumento dal 1993:
Globale: +0,16°C
Atlantico nord-orientale: +0,03°C
(Nei primi 2.000 m)
*Il contenuto termico dell'oceano è solitamente espresso in joule, poiché rappresenta l'energia totale immagazzinata nell'oceano. Per maggiore intuitività, il rapporto presenta questi dati in °C.
🌊 Livello del mare
Aumento medio annuale dal 1999:
Globale: +3,7 mm
Europa: +2,4 mm
(Gennaio 1999 – Luglio 2024)
☀️ Temperatura
Aumento rispetto al periodo preindustriale (1850–1900):
Globale: +1,3°C
Europa: +2,4°C
Regione WMO VI (Europa): +2,5°C
Artico: +3,3°C
(Media degli ultimi 5 anni)
🌫️ Gas serra
Aumento medio annuo dal 2020:
Anidride carbonica (CO₂): +2,4 ppm (parti per milione)
Metano (CH₄): +12 ppb (parti per miliardo)
(Media sull'intera colonna atmosferica tra 60°S e 60°N)
🧊 Ghiaccio marino
Perdita di ghiaccio dal 1980:
Artico (settembre): –2,7 milioni km² (–36%)
Antartico (febbraio): –0,7 milioni km² (–20%)
(Ultimi cinque anni, rispetto agli anni '80)
🏔️ Ghiacciai
Perdita di ghiaccio dal 1976:
Globale: –9.200 km³
Europa: –915 km³
(Perdita europea esclusi i ghiacciai periferici in Groenlandia)
🧊 Calotte glaciali
Perdita di ghiaccio dal 1970:
Groenlandia: –6.776 km³
Europa: –5.253 km³
(1972–2023 per la Groenlandia, 1979–2023 per l'Antartide)
Fonte:
Copernicus Climate Change Service
ECMWF
World Meteorological Organization
. CALORE E GHIACCI. Per quanto riguarda il caldo, fra giugno e agosto le ondate di calore hanno caratterizzato quasi la metà del periodo (43 giorni su 97). Con diversi effetti: ancora non si sono quantificati i decessi, ma secondo l'Ipcc un riscaldamento superiore a 1,5 °determina in Europa almeno 30mila morti l'anno, per lo più anziani. Il caldo, poi, ha favorito gli incendi, che hanno colpito in tutto 42mila europei: a settembre, in Portogallo sono andati in fumo circa 110.000 ettari (1.100 km2) in una settimana.
L'impennata delle temperature è stata drammatica per i ghiacciai europei: l'Europa centrale è una delle regioni del mondo in cui i ghiacciai si stanno riducendo più rapidamente. Nel 2024, i ghiacciai della Scandinavia e delle Svalbard hanno registrato i più alti tassi di perdita a livello globale, con una perdita media di spessore di 1,8 metri in Scandinavia e di 2,7 metri alle Svalbard. «Dal 1975, quando sono iniziate le misurazioni, i ghiacciai europei hanno perso 9mila miliardi di tonnellate: per dare un'idea, un blocco di ghiaccio ampio quanto la Germania e spesso 25 metri». Una perdita ecologica gravissima: i ghiacciai contribuiscono a raffreddare il pianeta grazie alla loro superficie chiara, e sono un'importante riserva di acqua dolce.. FIUMI E ALLUVIONI. Il 2024 è stato un anno nero per le inondazioni, le più gravi degli ultimi 12 anni. Quasi un terzo della rete fluviale europea ha superato la soglia di alluvione "elevata". Le tempeste e le inondazioni hanno colpito circa 413.000 persone in Europa, con almeno 335 vittime. La tempesta Boris a settembre ha causato inondazioni in 8 Paesi (Germania, Polonia, Austria, Ungheria, rep Ceca, Slovacchia, Romania e Italia), raddoppiando la portata dei fiumi. E il mese successivo a Valencia è caduta in 5 giorni l'equivalente delle precipitazioni di 3 mesi, causando 232 vittime. Gli estremi climatici, insomma, hanno colpito duramente i fiumi: secondo l'Ipcc l'Europa è una delle regioni mondiali più a rischio di alluvioni quando le precipitazioni diventano particolarmente intense.. EUROPA DIVISA. Il Vecchio Continente, nel 2024, si è ritrovato diviso dal punto di vista meteorologico: all'usuale contrasto fra Nord più freddo e sud più caldo, si è aggiunto quello fra Est e Ovest. Nell'Europa orientale, come al Sud, gran parte dell'anno ha registrato temperature superiori alla media o da record. Con il risultato che le portate dei fiumi sono state inferiori alla media per gran parte dell'anno. In Europa occidentale, invece, le temperature sono state più variabili (spesso nella media stagionale o inferiore), e con una copertura nuvolosa superiore alla media.
Perché è accaduto? «E' troppo presto per dire se sia stato un effetto del cambiamento climatico, bisognerà vedere se si confermerà negli anni a venire. E' stato l'effetto della circolazione atmosferica prevalente» risponde Samantha Burgess, vicedirettrice del Copernicus Climate Change Service. «Abbiamo avuto sistemi di alta pressione che si sono posizionati spesso sull'Europa orientale, dove si sono avute meno nuvole e più sole. Inoltre, questi sistemi richiamavano aria calda dal Mediterraneo, rafforzando il calore. In Europa occidentale, invece, sono stati più frequenti i sistemi di bassa pressione, che portavano tempeste atlantiche, con maggior flusso di aria fredda e umida. Risultato: l'Europa occidentale ha registrato una copertura nuvolosa superiore alla media, mentre l'Europa orientale ha goduto di un numero di ore di sole superiore alla media, con ricadute negative sulla portata dei fiumi, inferiore alla media per gran parte dell'anno».. LE BUONE NOTIZIE. In questo scenario preoccupante, ci sono per fortuna due buone notizie. La maggior insolazione ha favorito la produzione di energia verde: la percentuale di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Europa ha raggiunto il massimo storico nel 2024, con il 45%.
E, rispetto al 2018, si è raddoppiata la quantità di città che hanno adottato piani di adattamento climatico: il 51% rispetto al 26% del 2018. Milano e Parigi hanno aumentato la superficie verde, per attenuare l'effetto delle ondate di calore. A Glasgow si sono migliorate le infrastrutture per prevenire le inondazioni ed è stato creato un sistema di allerta precoce per avvertire la popolazione in caso di eventi estremi. «Ma c'è ancora molto lavoro da fare, perché ogni frazione di grado in più conta: conta in termini di rischi per le nostre economie , di sconvolgimenti nella nostra società, di danni ai nostri ecosistemi e minacce per i nostri figli e nipoti. L'adattamento climatico non è una opzione futura ma una necessità di oggi. Dobbiamo rendere le società e le economie più resilienti agli eventi estremi», ha detto Celeste Saulo, segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale. .