Codice della Strada, la marcia indietro di Salvini sugli stupefacenti: punibile solo chi è ancora sotto effetto di droga

  • Postato il 7 maggio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Niente più “caso Sinner”, per via del Clostebol contenuto nella pomata del suo fisioterapista usata mesi prima, né l’odissea vissuta da una signora di Pordenone poi finita pure alla Consulta, per chi guida magari avendo preso solo qualche goccia di En per dormire, addirittura una settimana prima. Proprio come aveva scritto Il Fatto quotidiano il 18 aprile, il nuovo Codice della strada conteneva un macroscopico errore. Per via dell’obbligo di effettuare la verifica sullo stato del guidatore sia con un prelievo di sangue, che con uno di urina. Nella quale – ed è il caso di Pordenone – il tipo di analisi effettuato segnalava anche la presenza di un ansiolitico assunto addirittura fino a 15 giorni prima. Ma di fatto ininfluente ai fini della guida stessa del giorno incriminato dell’incidente.

Ma adesso la nuova circolare – che per farci sopra una battuta potremmo definire davvero “stupefacente” – cambia le regole. A firmarla sono stati i ministeri dell’Interno e della Salute. L’accertamento sul guidatore andrà fatto nello stesso momento in cui viene fermato, e consisterà “solo” nell’esame di un campione di saliva. Dal cui esito si capirà se chi si trova alla guida della vettura ha effettivamente assunto sostanze stupefacenti in grado di influire sulla conduzione dell’auto. Insomma, ricompare proprio quel concetto che a dicembre scorso, con il via libera sul nuovo Codice della strada, era stato soppresso.

Perché Salvini, rispetto al vecchio Codice della strada, aveva fatto eliminare un passaggio chiave, e cioè il riferimento a uno “stato di alterazione psico-fisica” all’origine dell’incidente. Quindi un’alterazione in atto al momento della guida. Da accertare, appunto, con analisi duplici, sia attraverso le urine che attraverso il sangue. Con il rischio che il soggetto potesse finire nei guai per via di un accertamento che non aveva valore in quanto non collegato al momento specifico della guida e quindi dell’incidente.

Adesso invece, come puntualizza proprio la stessa circolare, l’accertamento si restringe, e di fatto si torna al passato. Ma soprattutto non ci sarà alcun esame delle urine. In concreto, il guidatore verrà sottoposto a un test preliminare della saliva che, se dovesse risultare positivo, porterebbe al prelievo di altri due campioni di saliva, ma solo con il consenso del guidatore stesso. Le analisi saranno in grado di dire anche se l’uso di sostanze specifiche risponde a un’esigenza terapeutica oppure no. Restano ovviamente le sanzioni, da 1.500 a 6mila euro, con l’arresto da 6 mesi a un anno. Eventuale sospensione della partente da uno a due anni, e confisca dell’auto.

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Il Fatto Quotidiano

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