Columbia University “patteggia” con Trump e paga una multa da 200 milioni di dollari
- Postato il 25 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La Columbia University di New York ha accettato di pagare una multa di 200 milioni di dollari in tre anni per risolvere la disputa con l’amministrazione Trump che ha accusato l’ateneo di non aver fatto abbastanza per tutelare gli studenti ebrei durante le manifestazioni pro-Palestina che si sono svolte nel campus. La somma si inserisce in un più ampio accordo raggiunto tra la Casa Bianca e la Columbia per ripristinare centinaia di milioni di dollari di finanziamenti per la ricerca, bloccati lo scorso marzo come ritorsione per “l’ideologia woke e l’antisemitismo” che secondo Trump permeano le università Usa. Dall’inizio del suo secondo mandato il presidente ha infatti fatto pressioni sugli atenei per avvicinarli alle proprie idee, minacciando di tagliare loro i finanziamenti pubblici.
La Columbia ha accettato anche di cambiare le proprie politiche, impegnandosi a rispettare le leggi emanate dal tycoon che vietano la considerazione della razza nelle ammissioni e nelle assunzioni. L’università dovrà anche rispettare gli altri impegni sottoscritti a marzo per ridurre l’antisemitismo e i disordini nel campus, ad esempio vietando le manifestazioni negli edifici accademici. L’accordo sarà supervisionato da un osservatore indipendente concordato tra l’ateneo e l’amministrazione, che riferirà al governo sui progressi ogni sei mesi. L’atteggiamento della Columbia, prima università a raggiungere un accordo di questo tipo dopo le accuse di antisemitismo, è sicuramente più accomodante nei confronti della Casa Bianca rispetto ad altri atenei, tra cui Harvard che si è opposta alle richieste del presidente e ha fatto causa all’amministrazione.
Proprio ieri la Columbia ha espulso o sospeso decine di studenti che lo scorso maggio avevano occupato la biblioteca dell’università per protestare in favore della popolazione palestinese, segnando l’ennesima capitolazione nei confronti della Casa Bianca pur di garantirsi i finanziamenti pubblici. “Questo accordo segna un importante passo avanti dopo un periodo di continuo controllo federale e incertezza istituzionale”, ha dichiarato Claire Shipman, presidente ad interim di Columbia, in un comunicato. “L’accordo è stato attentamente elaborato per proteggere i valori che ci definiscono e consentire alla nostra essenziale partnership di ricerca con il governo federale di riprendere il suo corso”. Non si può però negare che la decisione dell’università newyorkese rischi di legittimare la strategia dell’amministrazione Trump di usare i finanziamenti per la ricerca come arma per raggiungere obiettivi politici diversi: frenare le manifestazioni nei campus e allinearli alle proprie idee. Il presidente degli Stati Uniti ha infatti espresso il proprio entusiasmo in un post sul suo social Truth definendo l’accordo come “storico”.
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