Come ha fatto Allen a resistere due notti all’addiaccio tra i rovi? I bambini speciali hanno risorse impensabili

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Ora che Allen è tornato, che è stato visitato in ospedale a Ventimiglia, che è stato dimesso perché sta bene, ci si chiede come abbia fatto a resistere due notti all’addiaccio tra i rovi senza acqua né cibo.

Gli esami lo descrivono in perfetta salute

Perché proprio gli accertamenti clinici impongono una domanda: come è possibile che il bambino fosse, ad esempio, ben idratato senza aver toccato acqua per un giorno e una notte? Il quesito se lo pone con precisione il primario di pediatria Diego Minghetti, che ha seguito Allen. Sul Corriere della Sera ragiona su questa contraddizione. “Difficile pensare che non si sia totalmente idratato e nutrito per tutto questo tempo. Visti gli esami, questa è la mia interpretazione”.

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Come ha fatto Allen a resistere due notti all’addiaccio tra i rovi? I bambini speciali hanno risorse impensabili (foto Ansa-Blitzquotidiano)

E se fosse proprio l’essere un bambino speciale, cioè il fatto che Allen presenti una lieve forma di autismo, ad averlo aiutato a resistere? Ne è convinto Roberto Ravera, direttore della struttura complessa di psicologia della Asl 1 Imperiese, lo specialista che ha fornito il contributo decisivo per indirizzare le ricerche.

“I bambini affetti da disturbi dello spettro autistico sviluppano una straordinaria capacità di adattamento. Per questo il piccolo è stato ritrovato vivo e, tutto sommato, in buone condizioni fisiche, nonostante due notti all’addiaccio e nonostante la lontananza dei genitori. È sopravvissuto in condizioni estreme”. Così in una intervista a La Repubblica e ad altri quotidiani.

“Ho ascoltato le abitudini del bambino – ha detto Ravera -, ho visto i video che i genitori tenevano sul cellulare. Ho capito che avrebbe adottato un determinato comportamento, se esposto a una situazione di pericolo: quella di cercare un luogo particolarmente appartato e lontano dai rumori.

I bambini autistici soffrono di iperacusia, quindi ogni rumore un po’ più forte del solito per loro può diventare fastidioso e pesante. Si spaventano e vanno lontano. Il rumore degli elicotteri (ne sono stati impiegati due per le ricerche, ndr) e gli altoparlanti molto probabilmente hanno fatto chiudere il piccolo ancora di più in se stesso”.

“È sempre stato lì dove lo hanno trovato”

Ravera ha dunque tracciato il ‘profilo’ del piccolo Allen e l’ha trasmesso “alle persone che lo cercavano, con alcuni consigli su dove andarlo a cercare”.

“Un bambino normodotato – ha aggiunto – può muoversi da un posto all’altro, gridare aiuto, farsi sentire. Un bambino affetto da disturbi dello spettro autistico fa esattamente il contrario, tende a rannicchiarsi in un angolo. Così ha fatto il piccolo: probabilmente è sempre stato lì dove lo hanno poi trovato. Questa storia insegna che i bambini autistici non sono meno degli altri.

Hanno semplicemente abilità differenti, risorse incredibili dal punto di vista motorio, ad esempio. E, nel caso del piccolo in questione, si è vista una straordinaria capacità di resilienza. Quindi ci tengo particolarmente a lanciare un messaggio ai genitori di bambini autistici: sono persone che meritano di ricevere delle opportunità. È questa, se vogliamo, la morale di una storia a lieto fine”.

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Autore
Blitz

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