Comincia la Serie A. Da De Bruyne a Fabregas, passando per Allegri: ecco i “dieci personaggi in cerca d’autore”

  • Postato il 23 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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E’ già autunno, con un mese di anticipo: torna la Serie A, l’estate sta finendo e ci lasciamo alle spalle un calciomercato tra i più tristi di sempre. Gli ultimi dieci giorni riusciranno a dare una scossa? Dubitare è lecito: le casse sono vuote, i debiti sono importanti e bisogna mandare giù anche qualche umiliazione, vedi qualche bella gioia che ci considera una soluzione di ripiego. “Sancho pensa”, il titolo del Romanista, è una geniale botta di ironia. Massì, prendiamola a ridere. E quindi? Proviamo a buttarla sul teatrale: “Dieci personaggi in cerca d’autore”. Luigi Pirandello ci perdoni.

MODRIC – Mozart è con noi. Ricco di gloria e di trofei – 28 solo con la maglia del Real -, eccolo al Milan, per le ultime esibizioni prima dell’addio alle armi. Piede sublime, classe a vagoni: uno
straordinario passato alle spalle, ma noi ci accontentiamo di un presente dignitoso.

ALLEGRI – Non si torna mai sulla scena del delitto. Allegri, dopo lo scudetto rossonero del 2011, è andato a Torino ad arricchire la bacheca bianconera e quella personale. Tre lustri dopo, rieccolo a Milano (e a Milanello). Che cosa può dare Max al Milan “amerikano”?

GASPERINIIn assoluto, la sfida più intrigante in tema di panchine (senza offesa per Chivu e per la sua missione interista). Roma lo accoglierà con l’ennesimo sold out, retaggio dell’era mourinhiana. Non ci sono mezze misure: altare o polvere, senza via di scampo. Intanto ha tolto fascia di capitano e trono a Lorenzo Pellegrini. Gasp attende lumi dal mercato. La sfortuna gli ha tolto al primo allenamento il “senatore” Bailey, primo giamaicano della storia giallorossa. Toccare ferro, e anche altro, è il minimo.

SARRILazio, andata e ritorno. Dopo l’addio di un anno e mezzo fa, rieccolo a Roma. Neppure il tempo di rivedere Formello, finalmente abbandonato dal falconiere osé, e subito la grana del mercato bloccato. Lotito è riuscito a scongiurare un altro addio frettoloso. Oggi la Lazio è lui, il Comandante.

DI FRANCESCO – Due retrocessioni dolorose e immeritate all’ultima giornata (Frosinone e Venezia), ma il Lecce ha deciso di offrirgli un’altra chance. Continua a godere di credito per lo spessore umano e anche per la qualità del gioco delle sue squadre, ma stavolta siamo davvero all’ultima spiaggia. Non si può avere una cambiale eterna nella vita: servono anche i risultati.

FABREGAS – Ha rifiutato l’Inter per restare a Como: non capita tutti i giorni. L’aria del lago, le star di Hollywood in tribuna, il portafoglio senza confini della proprietà indonesiana: tante buone ragioni per accettare la sfida di portare il Como in Europa. Se gli riesce il colpaccio, nel 2026 le big del calcio europeo gli offriranno ponti d’oro (altro che quelli salviniani).

KEAN – Pronti, via e subito un cartellino rosso per fallo di reazione, nella prima gara ufficiale, andata dei playoff di Conference. Dopo i 25 gol (in 45 gare) del suo primo anno alla Fiorentina, cerca conferme: per lui, per la “Viola” e per la Nazionale.

PISACANE – La storia ci ha regalato due predecessori illustri con quel cognome: Carlo, rivoluzionario e patriota, morto nella sfortunata spedizione di Sapri (1857) e un altro Carlo, attore, più famoso come Capannelle, consacrato da Monicelli nei Soliti Ignoti (1958). Ora tocca a lui, di nome Fabio, 39 anni, promosso alla guida del Cagliari. Ha fatto una rapida gavetta con la Primavera, vincendo la Coppa Italia. Basterà per non affondare? Intanto, nel suo curriculum, c’è anche il rifiuto di una combine (2011), quando indossava la maglia del Lumezzane e gli offrirono 50 mila euro. Non è poco. Anzi.

CUESTA – Chi è costui? In tanti se lo sono chiesto quando il Parma, a sorpresa, ha annunciato questo spagnolo di Palma de Maiorca, 30 anni appena compiuti, nuovo tecnico della prima squadra. Ha lavorato per cinque anni nello staff di Arteta all’Arsenal, prima ancora nelle accademie di Atletico Madrid e Juventus. Viva la gioventù.

DE BRUYNE – In confronto a Modric, è un ragazzino (34 anni), ma dieci anni al Manchester City (422 presenze e 108 gol) possono abbattere anche un elefante. La classe però non ha età, e allora godiamocelo. Napoli è un posto magico: lo spirito di Diego Armando Maradona è sempre vivo.

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Il Fatto Quotidiano

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